F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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"si riprova a rinverdire il franchise, con una sorprendente protagonsta. Ma non reinventa nulla"

 

 

Sfrattata dalla casa del nonno con il fratello maggiore e la mamma si raggiunge l'Oklahoma dov'è la casa colonica appartenuta allo scomparso da qualche mese per attacco cardiaco. L'illustre defunto è il quarto "acchiappafantasmi" e la giovane ne ha ereditato il talento, tanto che, appreso come questi fosse lì per arginare una possibile riapertuta delle porte degli inferi, manda un mex di aiuto ai "cacciatori" superstiti... Jason Reitman, già regista del primo e secondo  GHOSTBUSTERS  dirige questo "Ghostbusters Legacy": sorta di omaggio ai fan, oggi si dice "fan service", che parte molto bene, ricordandoci come andrebbero fatti i film: con attenzione verso la colonna sonora, ai caratteri dei personaggi, alle ambientazioni. Sfortunatamente Reitman, nonostante abbia tra le mani una sorprendente giovane attrie (la Rudd, clamorosamente convincente nonostante la sua età, e potenzialmente anche in grado a tenere in piedi la baracca) dimentica il mestiere, o forse solo conferma di non essere poi stato veramente mai un drago della 7a arte, andando a ridurre via via tutto ad una sorta di parata di "facce note" a retaggio dei fan del film dell'84. Chi l'aveva visto in sala (e io ero tra questi) aveva apprezzato sì gli effetti speciali (definiti, ricordo bene, "rivoluzionari" in una anteprima a "Domenica In") ma soprattutto aveva sorriso a quell'umorismo stralunato dei comici del "Saturday Night", con Bill Murray in testa. Questo è uno dei caratteri mancanti, e tutto può essere racchiuso da quel "zoccola" sostituito a "troia presistorica", che non credo sia solo colpa del doppiaggio italico, che in questi casi è logicamente accurato a riprendere stilemi e frasi "topiche". Oltre a Bill Murray, passerella finale con Dan Aykoyd e Hernie Hudson, ma sul piano fantastico non si inventa proprio nulla, e ci si ritrova il "Dio Gozer" che "non è un lui né una lei", "precorrendo i tempi" come vuole l'unica battuta da ricordare. [FB]

 

[ID] di J. REITMAN, CON P. RUDD,  M. GRACE, B. MURRAY, F. WOLFHARD, FANT, uSA, 2021, 115', 2.35:1