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●● ½
V PER VENDETTA |
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"horror bloomhouse nella prima parte non privo di buoni spunti, che vanifica nella seconda" |
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Lei torna nella casa della sua infanzia con le figlie del compagno. La + piccola si fa un amico immaginario... Un po' Z VUOLE GIOCARE e un po' I GUERRIERI DEL SOGNO il film della Bloomhouse "Imaginary" parte bene, creando buoni momenti che paiono preparare uno scenario dancurisiano (ricordate "Il Feticcio Zuni"?). Scenario che non esplorerà, forse anche per nostra fortuna, dacché sarebbe forse dovuta entrare in gioco la CGI, che come ben sanno i versi catecumeni del genere, avrebbe mandato a monte qualunque intento terrorizzante. Torno a ripetete che l'inizio e buona metà del film non era affatto male: il voler giocare con lo spettatore sull'attesa del momento in cui l'oroso di pezza si sarebbe mosso autonomamente era costruito in modo sapiente, usando i chiaroscuri e campi non perfettamente a fuoco. La bambina "difficile", figlia di violenze famigliari (la madre vera alla quale è stata giustamente allontanata) che pareva essersi creata un "amico immaginario" (di qui, il titolo) ovvero il "Teddy" che compare in locandina, che avrebbe promesso a questa di portarla nel suo mondo dopo che la prima avesse soddisfatto cinque sue richieste ("qualcosa che ti fa paura", "qualcosa per cui ti rimproverebbero", ecc) generava genuina inquietudine e taluni "jump-scare" erano pure riusciti, MA. Si, il voler strafare, contaminando il genere con quel tocco troppo "fantastico", pure un po' burtoniano, se pensiamo al look del mondo parallelo dell'entità, con quel finale pure decisamente ridanciano (già visto tra l'altro in altre pellicole) non ha giovato alla riuscita di un'opera che pure aveva dalla sua parecchie cose buone: un motivetto al carillon che ti entra in testa, ed effetti speciali "di ciccia" (i cari, vecchi pupazzoni di cartapesta) e l'aspetto dell'amico immaginario, che muta a seconda della persona (un orsetto di pezza, un ragno antropomorfo). Il sangue è l'elemento mancante, ma non ne sentiamo il bisogno, è quell'apparentamento troppo forte ("sono ancora dentro?" si chiede la protagonista) a stridere più. [FB] |
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[ID] DI J. WLADOW, CON D. WISE, P. BRAUM, T. PAYNE, USA, HORROR/FANT, 2024, 104', 2.35:1 |
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