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"buona intesa con la partner, una storia intrigante, una bella chiusa, e un Ford ancora credibile"

 

 

Indy ritrova un vecchio nemico a contendersi un antico meccanismo in grado di decodificare l'impossibile... Non si poteva fare peggio di   INDIANA JONES E IL TEMPIO DEL TESCHIO DI CRISTALLO   questo è certo, anche se personalmente non lo avevo così detestato (forse, ero di buonumore, e l'avevo condiviso con il caro amico Nuccio). Ma che questo "Indiana Jones e il Quadrante del Destino", 15 (!) anni dopo, potesse -a suo modo- sorprendermi, non me lo sarei proprio aspettato. Sì, perché nonostante i difetti, questo (sfortunato, al botteghino) Capitolo Cinque, mi è risultato godibile, con quella parentesi "fantastica" finale davvero elettrizzante. Le due ore e mezza (con i titoli) è volata, complice il ritmo impresso da James Mangold alla regia, che sostituendo Spilbo, si è rivelato al fine la scelta migliore. I punti di forza, parte finale a parte, stanno tutti in una fotografia molto anni '70 (la storia è ambientata nel '69, anno del presunto allunaggio, che Indy -ho parecchio apprezzato- snobba in maniera davvero marchiana) il succitato ritmo, le location che prevedono Tunisi, Grecia e Sicilia, e ancora il cattivo che trova in Mads Mikkelsen un villain sempre all'altezza, e una spallla femminile cui presta il volto Phoebe Waller-Bridge forte di una buona intesa con il vecchio, ma ancora credibilissimo checché se ne dica, Harrison Ford. E ancora le musiche di Williams, che citano il grandissimo Nino Rota nella lunga appendice sicula. Le bizzarrie in sceneggiatura si spingono a trovare una funzione al "Meccanismo di Antykitera" dandone funzioni pazzesche e attribuendono la paternità al matematico Archimede? Stronzate? Sì, ma quando mai sono mancate le stronzate nei film di Indy? Direi anzi che ne sono marca distintiva. E allora non resta che affidarsi all'ottovolante mangoldiano e godersi questo tuffo imprevisto nel passato nostalgico, che troverà compendio in un finale ultimo capace di strappare addirittura la lacrimuccia? Cosa non può essere funzionato per il suo insuccesso al Cinema? La mancate presenza di Spilbo dietro la mdp? Le voci che parlavano di un Ford troppo vecchio per la parte? Non sappiamo, ma è meglio 100 volte un Ford vecchio che uno giovano in CGI: questo è sicuro! [FB]

 

[ID] DI J. MANGOLD, CON H. FORD, P. W. BRIDGE, M. MIKKELSEN, A. BANDERAS, AVV, USA, 2023, 154', 2.39:1

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