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"l'esordio dell'argentino Alejandro Fadel con una specie di western contemporaneo"

 

 

Evasi da un centro detentivo, e con alle spalle un cadavere fresco, si ritrovano a dover sopravvivere ai margini di una foresta, sognando tutti di rifarsi una nuova vita altrove. Solamente pochi ci riusciranno... Autore del capolavoro  MUERE MONSTRUO MUERE  Alejandro Fadel aveva esordito sei anni prima con questo "Los Salvajos", letteralmente: "I Selvaggi", e già in questo primo suo lungometraggio rivelava tutti i suoi debiti formativi verso Herzog e la sua ammirazione per la Natura: "matrigna e tua Signora", come avrebbe potuto sentenziare Branduardi. Sei soli gli attori in scena per le due ore piene di durata, anche troppe (ma Fadel, l'abbia capito, non è uno che va subito al dunque, ma si prende tutto il tempo possibile) per questo inno alla Libertà, che però esigerà pesanti tributi. Si parte dall'evasione da un centro detentivo di 4 soggetti. uno si perderà subito per strada, ucciso a bruciapelo da due gaucho permalosi (lui gli voleva prendere i cavalli). Tutti erano lì per reati più o meno gravi, e se il più giovane avrebbe confermato di esserci per pagare una condanna per l'aver bruciato vivo il patrigno, allora si può solo immaginare cosa avrebbero fatto gli altri: due ragazzi e una ragazza, quest'ultima facile nel subire il fascino dei forestieri. Oltre ad un nuovo arrivato, non previsto, sarà ovvuamente la Natura a farla da padrone: tra lunghi meriggi d'estate e violenti temporali improvvisi. Certo la visione non è facilitata dai tempi dilatatissimi, ma la naturalezza con la quale i quattro interpreti dipingono i rispettivi personaggi, lascia davvero interdetti: non si capisce dove finisca l'attore e inizi il personaggio, dando l'impressione che recitino sé stessi. La violenza è comunque sempre tenuta fuori inquadratura, eccetto l'uccisione del cinghiale, sbranato dai cani: roba da far impallidire Ruggero Deodato. Lento ma interessante. Potrebbe quasi sembrare un western contemporaneo. [FB]

 

[ID] DI A. FADEL, CON L. ARANCIBIA, R. COWAI, S. BRITO MAUR, DRAM, ARGENTINA, 2012, 120', 2.35:1

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