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"Larrain, qui impegnato nel raccontare gli ultimi giorni della Callas"

 

 

1977, la soprano Maria Callas vive a Parigi, sola con i due domestici, combattuta dai suoi demoni interiori... Pablo Larrain, regista cileno che ci aveva travolto con il durissimo   TONY MANERO   ormai, da anni, si è specializzato in biopic tutti al femminile. Dopo   SPENCER  ecco "Maria", dedicato alla figura della soprano. C'è un po' di Italia in questo film presentato in concorso a Venezia (restando a mani vuote, per quanto riguarda i premi) ma non si può propriamente evocare "l'orgoglio italico", tanto vediamo sullo schermo, in ruoli minori, i "soliti noti": Favino, Rohrwacher. Addirittura si recupera la Golino! Vabbé, il film. Dunque: messinscena regale, con una fotografia eccezionale che va dal pittorico-ocra al bianco e nero eccelso già apprezzato nel notevole EL CONDE Le mucihe, ovviamente, sublimi, attingono al miglior repertorio operistico italiano (con il Bizet di una "habanera" cantata a cappella da una giovane soprano davanti ad un ufficiale delle SS, una sequenza che ricorda l'Adrien Brody nel ghetto di Varsavia) comprendo la migliore tradizione italica (qui, sì) da Bellini a Puccini, passando per ovviamente per Giuseppe Verdi. La "Divina" è interpretata da una volenterosissima Angelina Jolie, che spiace non abbia ricevuto riconoscimenti di peso, ma forse è meglio per lei visto l'ultimo trend (horribilis) di una élite festivaliera allo sbando consumata dalle propagande infantili. La strada scelta per la narrazione si vede incentrata sugli ultimi mesi di vita della soprano, ormai in declino da anni (nonostante la giovane età, poco più che cinquantenne) e ritiratasi "a vita privata" in quel di Parigi. Migliore è la prima parte, che annovera grandi virtuasismi registici, e un po' lenta la seconda, con i tormenti interiori che danno largo spazio all'interpretazione dell'attrice. Nel complesso comunque un buon film, dove l'autore scava nella psicologia di una diva in preda ai tormenti che la vedono lontana dai palcoscenici. [FB]

 

[ID] DI P. LARRAIN, CON A. JOLIE, P. FAVINO, A. ROCHWACHER, BIO, CILE, 2024, 123', 1.85:1/1.35:1

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