F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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● ½

L'IMPERO COLPISCE ANCORA
STARDUST MEMORIES
UN SACCO BELLO
BIANCO ROSSO E VERDONE
THE BLUES BROTHERS
SHINING

FOG
INFERNO
MANIAC
VENERDì 13
TORO SCATENATO
THE ELEPHANT MAN
VESTITO PER UCCIDERE
STATI DI ALLUCINAZIONE
MACABRO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"in entrambi gli episodi la comicità sfocia nel puerile"

 

 

Il proprietario di un negozio di dischi è convinto di avere il malocchio. Un mago pasticcione riceve il dono... Commediola in due episodi, entrambi davvero poco riusciti. La peggior pecca di film come "Occhio Malocchio Prezzemolo e Finocchio" sta, al di la del titolo davvero epocale, nel far scadere la comicità nel puerile, che è ben meno della "gag", tanto che la storia sembra essere scritta da un bambino ed essere rivolta ad un pubblico di bambini. Un gran caravanserraglio di nudi femminili, e turpiloqui assortiti stonano e contraddicono con la precedente. Il parco donne prevede uno stuolo di starlette più o meno in ascesa: oltre alla sempre gradevoli Janet Agren e Dagmar Lassander, entrambi in ruoli minori, riconosciamo una giovanissima Anna Kanakis (è la "pila elettrica" nell'esodio del Mago) Adriana Russo, Gegia, Gloria Sirabella (l'amante di Montagnani, nello stesso frammento). Fa pensare che ben oltre le suddette, al di la di poppe e natiche esibite senza pudore, lasci qui il segno la presenza della vecchissima Paola Borboni; sboccata e irresistibilmente volgarissima. Il ruolo di quest'ultima sarebbe quello di una strega di 300 e più anni che l'incapace Dorelli (legnosissimo, come sempre) incontra e al quale la prima trasmette i poteri divinatori (riuscirà a far piovere). Tornando al primo episodio, quello con Lino Banfi, lo troviamo a scoprire il suo nuovo vicino di casa come un classico "jettatore", cui presta il volto Mario Scaccia. AL nostro capita al solito di tutto, e facendo leva sulla comicità ruspante del comico pugliese qualche timida risata riesce a strapparla. Diversamente quello di Dorelli, al di la della succitata parentesi con la Borboni, la comicità è meno che infantile e nonostante la presenza di Mario Brega (sbarbato) e di altri caratteristi, volge tutta ad una specie di gara di magia con il mago Silvan (presente nel ruolo di sè stesso) risolvendosi in un nulla di fatto. [FB]

 

di S. MARTINO, CON L. BANFI, J. DORELLI, D. LASSANDER, J. ANGREN, COMMEDIA, ITA, 1980, 115', 1.85:1