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T R A I L E R

   
 

"peccato non tutto il film sia al livello del prologo; siamo all'alba della dittatura argentina"

 

 

Siamo a metà degli anni '70 in Argentina, quando un avvocato della buona società diventa l'obbiettivo di sfogo di un disperato di cui sapremo in seguito. Al centro della questione: una casa abbandonata, o più probabilmente teatro di una purga della nascente dittatura dei colonnelli. Dal Cile giunge un super ispettore per far luce sul caso di uno sconosciuto ritrovato nella pampa. I fatti sopra descritti sono legatissimi... Ritorno al cinema argentino, con "Rosso". Il film, giunto anche in Italia e perciò doppiato, riporta all'alba del golpe argentino di Pinochet, andando a descrivere il contesto in cui partì quell'orrore, favorito (qui lo si accenna) dalla "grande democrazia" stellestrisce, con la CIA in testa. Con un rigore formale paragonabile a quello di un Haneke, assistiamo ad una messinscena essenziale, e sicuramente di alto profilo. Le velleità degli autori sono chiari, e il fatto che il titolo del film compaia a minuto 22 la dice lunga. Si apre infatti su un prologo in cui assistiamo al degenerare di una situazione apparentemente banale, innescata (sembrerebbe, ma non lo sarà) da un posto al ristorante, situazione che avrà un tragico epilogo a breve. Dopodiché si va a chiarire chi sono le due figure di questo inizio: l'uno è un avvocato altolocato, sposato e con una bella figlia iscritta al liceo, e l'altro la classica "testa di legno", chiamato a siglare un finto contratto, al sapore di truffa. Molto in parte Dario Grandinetti (il cui cognome tradisce le origini) e così la figlia, nella finzione e nella realtà, Laura. Va detto che il film non è all'altezza del prologo, e una certa lentezza rende la visione un po' ostica. Restano comunque ottimi momenti sparsi qua e là (l'eclissi) seppur il momento decisivo della "confessione" perde un po' di potenza per la figura dell'investigatore cileno un po' troppo caricaturale. Belle le musiche originali, così come le canzoni dell'epoca riprodotte diegeticamente dai piatti giradischi. [FB]

 

[ROJO] DI B. NAISHTAT, CON D. E L. GRANDINETTI, D. CREMONESI, DRAM, ARGENTINA, 2018, 103', 2.35:1

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