F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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V PER VENDETTA
KING KONG
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SIN CITY
LA MARCIA DEI PINGUINI
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I FRATELLI GRIMM...
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MADAGASCAR

COMIC THRILLER DRAMA TV

T R A I L E R

   
 

"parte benino ma già buttandola fuori dal vaso, e si finisce veramente in vacca"

 

 

Entrata in contatto col sangue del cugino Bruce Banner a causa di un incidente, un'avvocatessa si trasforma... Dato per scontato cheda  una cosa intitolata "She Hulk" non sia lecito attendersi William Shakespeare, la serie Marvel sa veramente di presa per le terga, come è più delle altre che l'hanno preceduta. Il copione si ripete per certi versi. Si parte con un pilot dove gli effetti in CGI si sprecano, e lo stesso si può dire per la puntata finale: in mezzo il NULLA (come recitava lo spot: il buco con la menta intorno). Ovvero: situazioni di controno francamente inutili e che comunque si potevano risolvere a parole, quasi fossero meri aneddoti. Nel lungo prologo abbiamo Mark Ruffalo nel ruolo dell'Hulk intellettuale (queste cose non esistevano ai miei tempi, quando di Hulk ce n'era solo uno, inimitabile) a fare "scuola di Hulk" alla cugina che, per aver semplicemente essere venuta a contatto con il sangue di Bruce Banner, diventa lei stessa una gigante verde (script di una demenza rara) pur non rinunciando alla professione forense (SIC!) licenziata e riassunta a patto di vestire in aula la sua nemesi. In tutto questo bailamme non si capisce che ruolo ricopra la figura di "Titania" a quanto pare, villain principale della collana de fumetti dedicata, che entra in scena tentando una rapina in banca per ricomparire come nulla fosse, e senza conseguenze logiche, come donna-brand incarriera (!) La confezione per bimbominkie (femminile) è il marchio distintivo qui, passando tra i flirt che urlano allo spettatore quanto cattivi siano gli uomini (e bastaaaa!!!) e una farsesca terapia di gruppo, si andrà a reincasellarsi con lo storyboard iniziale, nell'inevitabile confronto con Abominio-Tim-Roth, rispescato dopo il fallimentare HULK di Edvard Norton. L'umorismo funziona poco, e al di la del fatto che il tutto appare senza infamia né lode, ci si interrroga del "perché". Quando arriva poi il meta-finale, allora: fottetevi! [FB]

 

[ID] CON t. maslany, e. DUSKU, C. SUMMER, COMMEDIA/AZIONE, ITALIA, 2022,  9 EP di 35' CAD, 2.40:1

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