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"il Mostro della Laguna Blu"

 

 

Guardagnata la riva una naufraga seppellisce alla benemeglio il compagno di sventura a cui è andata meno bene, con un corallo conficcato nello stomaco, ma la mattina seguente trova il suo scorpo smembrato... "Sweetheart", prodotto dalla fucina di Jason Bloom, è un horror con ambientazione esotica e un mostro anfibio, con musiche carpenteriane. Suffice? Sì, dal momento che in una sera d'estate non si può chiedere di meglio che un'ottantina di minuti scacciapensieri mentre si sorseggia della gazosa con ghiaccio. Di certo il punto forte di questo piccolo film non è la recitazione, che definire alimentare sarebbe giusto, ma in questo particolare ibrido dove "Cast Away" incontra  IL MOSTRO DELLA LAGUNA NERA  qualcosa di stuzzicante c'è, e anche di nuovo: trovarsi per una quarantina di minuti con la sola "Venerdì" (di robinsoncrusiana mermoria) in scena, se si escludono le rapide apparizioni notturne di un mostro che per buona metà del metraggio manco si vede. Sarà illuminato per un nanosecondo da un razzo di segnalazione sparato per disperazione della naufraga, nelle notti buie illuminate dalla luna. Di giorno invece la vera protagonista è la natura lussereggiante dell'isolotto tropicale, che un po' ricorda  LAGUNA BLU  con la differenza che qui non abbiamo la Shields ma una mulatta nemmeno troppo longilinea, che dapprima cerca come può di viversi questa parentesi esotica in attesa dei soccorsi, ma che in breve si trova costretta a dover fare i conti con "quella cosa", "il mostro". Della sua origine nulla verrà svelato, e si resterà appena stuzzicati dallla voragine sottomorani posta sul fondale in prossimità della spiaggia, dove questo esce di notte per cercare cibo, meglio se umano. Dopo i primi eroici 40' (col one-woman-show) subentra una variazione che in realtà leva al film quella particolarità che aveva. Anche a livello di sceneggiatura possiamo dire che non serviva poi. [FB]

 

[ID] DI J. D. DILLARD, CON K. CLEMONS, E. COHEN, B. SAMUEL, HORROR, uSA, 2019, 83', 2.40:1

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