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"JU-ON BASTA!"
Ragazza che vive con la madre in una fattoria sta per partire per il college. Lo zio giunto dalla Corea con le ceneri della nonna rievoca nella madre della prima un passato tremendo che credeva di avere dimenticato... JU-ON basta! Ora, di Sam Raimi possiamo solo dire tutto il bene possibile, dato che non solo ci ha regalato uno degli horror più disturbanti di sempre, ma pure ha dimostrato padronanza del mezzo in almeno un paio di capolavori tou-court. Come produttore, ahinoi, il nostro Sam ha invece inanellato solo una serie di sòle clamorose per gli appassionati del genere. "Umma" non fa eccezione e oltre a riciclare l'ennemia storia di "rancore" che tormenta chi è rimasto tra i vivi. Insomma: se di un film alla pria mezz'ora si inizia a guardare l'ora, chiedendosi a che punto ci si trovi: non è un bel segno! La cornice poteva essere interessante, con la fattoria sperduta nell'America profonda, dove una coreana e sua figlia la quale inizia a manifestare intenti di anadare al "college", inizia a vivere in anticipo l'epifania di un abbandono che appare sempre più inevitabile. Così come taluni dettagli che suonavano piuttosto inquientanti, quali l'abiura dell'uso dell'elettricità nel contesto domestico, a costo di restare confinati in una sorta di "medioevo" illuminato esclusivamente dalle lampade a petrolio. Così era interessante la figura della figlia che al primo contatto con una coetanea scopriva quanto viveva in una sorta di bolla a-temporale. Ecco allora la visita inaspettata (piuttosto fumettistica, creepy on dirait) che recapita alla protagonista la scatola contenente... le ceneri della madre ("Umma" in coreano, appunto). Di qui il consueto corollario di visioni, più o meno reale, e terrificanti apparizioni immancabilmente annunciate dagli immancabili crash nello score, sino alla possessione. Dura poco, alla fine sono appena 80 minuti di visione, titoli compresi, ma paiono due ore piene. [FB]
[ID] di I. SHIM, CON S. OH, F. STEWART, O. RUSH, D. MULRONEY, HORROR, uSA, 2021, 83', 2.35:1