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MATCH POINT T R A I L E R |
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Un giovane carpentiere di origine georgiana emigrato in Francia col fratello malato, riparando un tetto, origlia i discorsi del padrone di casa che sembra attendere da un'imminente lettera recante le istruzioni per entrare in possesso di una montagna di denaro. Questi, muore di overdose e il ragazzo intercetta la missiva (che gli consegnerà un misterioso "numero 13") prendendo il suo posto. Ma il gioco si rivelerà più grande di lui... Rigorosissimo e sorprendente film franco-georgiano che, vuoi perché fotografato in uno splendido bianco e nero che lo classifica forse più compiutamente come un teso e spietato noir, vuoi semplicemente perché riesce a catturarti quasi subito calandoti in un'atmosfera claustrofobica da incubo, sembra opera di un Jim Jarmusch. Il regista è invece tale Géla Babluani, anche lui emigrante georgiano come il protagonista della vicenda così come lo stesso attore che lo interpreta (un credibile, nonostante le giovane età, George Babluani, fratello di chi sta dietro la mdp). Sulla storia non voglio anticipare più di quanto accennato in apertura perché "13 Tzameti" è appunto un film che va scoperto poco per volte senza sapere nulla della trama, proprio perché è di questa che -pur nella sua semplicità- rappresenta il suo punto forza. Viene davvero da chiedersi se dagli attuali sceneggiatori italiani ci si fosse potuto attendere un'idea tanto forte o se piuttosto le idee valide vengano cassate dai soliti incompetenti e soffocate nella culla. Fatto sta che il lavoro di Babluani, dopo aver fruttato ottime recensione al Sundance e al Festival di Venezia al suo autore, ha interessato i soliti americani e ne ha diretto un remake con Michey Rourke e Ray Liotta in uscita nel 2010. Con l'amaro che ci si ritrova in bocca sullo scorrere dei titoli, ci si domanda se sia possibile che la finzione possa tradursi in realtà in qualche parte nel mondo. Bell'esempio di cinema totalizzante e indipendente. [FB] |
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[ID] di G. BABLUANI, con G. BABLUANI, DRAMMATICO, FRANCIA/GEORGIA, 2005, 86', 2.35:1, VOTO: 9 |