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MANHATTAN COMIC THRILLER DRAMA |
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L'equipaggio dell'astronave Nostromo, in rotta verso la Terra, viene ridestato dall'ibernazione dal computer di bordo a seguito di un SOS proveniente da un pianeta. Dopo una ricognizione, rientreranno con un "ospite"... Svolta di un genere tenuto in coma farmacologico per troppi anni, "Alien", con pochi funzionali ingredienti e grazie ad un'equazione formidabile: equipaggio ben caratterizzato alla merce di un mostro in un contesto claustrofobico opposto all'immensità e alla solitudine del cosmo, rifonda la "fantascienza" contaminandola scopertamente con l'horror. Inoltre (primo caso nella cinematografia di genere) il protagonista diventa una donna (in verità piuttosto mascolina) e scalza dal proprio ruolo persino il comandante della nave, inadatto e destinato a prematura scomparsa, benché forte nelle decisioni, ma debole alla prova dei fatti. Grandioso il lavoro svolto dall'artista svizzero H. Giger che per l'alieno si ispira dichiaratamente all'anatomia umana (in particolare alla sfera sessuale) e quello degli sceneggiatori che lo classificano come una specie di parassita. Momenti di notevole suggestione come l'esplorazione della nave aliena, sono bilanciate da momenti di azione mai troppo "muscolari" e perciò più convincenti di quelli che sarebbero poi seguiti nei molti sequel. Del resto, i momenti di maggiore terrore sono quelli in cui il "mostro" non si vede, e come da manuale: la paura scaturisce dall'ignoto. Goldsmith confeziona uno score suggestivo e ancora oggi di riferimento per numerosi allievi ed è bizzarro come nei titoli di coda, si ceda il passo alla "Sinfonia Romantica" di Hanson. Pare che Scott sia intenzionato da tempo a rimettere mano alla sua "creatura" per mettere la parola fine alla saga, ma non si sa quanto questo solo un "rumors" dei fan. Seguito dal muscolare "Aliens" di Cameron, dal discreto "Alien 3" di Fincher e dal bizzarro "La Clonazione" del francese Jeunet, in odore di parodia. [FB] |
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[ID] di R. SCOTT, CON S. WEAVER, I. HOLMS E J. HURT, FANTA-HORROR, USA, 1979, 117', 2.35:1, VOTO: 9 |