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MAN OF THE MOON
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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Una coppia benestante, apparentemente felice, si rivela invece vulnerabile di fronte alla prima confidenza... In un gioco di specchi o in un "Doppio Sogno", riallacciandoci alla novella di Schnitzler che ha offerto lo spunto al film, il più grande regista di tutti i tempi dona all'umanità la sua ultima, incompiuta opera. Era una notte ventosa, quando, fremente di un'attesa durata mesi, anni, dalla prima voce che vedeva il Maestro di nuovo dietro la cinepresa, prendevo posto in sala, con pupille dilatate e occhi socchiusi, quasi per assaporare più intensamente ogni singolo fotogramma, movimento, taglio dl'inquadratura. Si era congetturato e versato fiumi d'inchiostro sulla famigerata "sequenza dell'orgia", ma è nei preparativi della medesima che si sprigiona l'essenza il Genio: la tensione diventa palpabile, insopportabile, la sacralità del cerimoniale pagano come preludio all'imminente baccanale, produce vertigine, stordisce e infine ammorba quanto un naufragio nell'assenzio. Cinema Maiuscolo dove ogni elemento è dosato al punto giusto; parafrasando il Salieri nell'Amadeus di Forman: "sposta una sola nota e l'impalcatura crollerà". I gironi danteschi nei quali si perde un convincente Tom Cruise destabilizzato da una magnifica Nicole Kidman (che ha voluto, fortissimamente voluto, entrare nell'ultimo film del Maestro, trascinando con sé l'allora compagno di vita) sono paragonabili ad una discesa all'inferno. Vizi e debolezze, sprofondano il protagonista in una voragine di perdizione dalla quale potrebbe non uscire vivo: mostri, meretrici e un gran numero di moderni diavoli celati sotto maschere veneziane, danzeranno attorno a lui in un sabba fiammeggiante sino ad alba inoltrata. Unica via per non perdersi: spogliarsi di ogni maschera, reale e metaforica, e sciogliersi in un pianto fanciullesco, liberatorio e purificatore. Un'opera colossale e sepolcrale, il "Requiem" di Stanley Kubrick. [FB]

 

[ID] di S. KUBRICK, CON T. CRUISE E N. KIDMAN, DRAMMA, GRAN BRETAGNA, 1999, 160', 1.33:1, VOTO: 10