F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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L'IMPERO COLPISCE ANCORA
STARDUST MEMORIES
UN SACCO BELLO
BIANCO ROSSO E VERDONE
THE BLUES BROTHERS
SHINING

FOG
INFERNO
MANIAC
VENERDì 13
TORO SCATENATO
THE ELEPHANT MAN
VESTITO PER UCCIDERE
STATI DI ALLUCINAZIONE
MACABRO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"una simpatica trashata di Lewis Teague che soffre di un disagio narrativo"

 

 

Da bambina, futura entomologa assiste a una fiera all'attacco di un alligatore ai danni di un ammaestratore. Non paga dello sanguinolento show, si fa regalare un cucciolo del rettile, ma papà non approva e lo getta nello scarico. Anni dopo un detective sta indagando sul caso di brani umani mozzati ritrovati nelle fogne... Pur ad inizio decade, più appartenente alle precedente che mai, "Alligator" è l'opera prima di Lewis Teague, quello de  L'OCCHIO DEL GATTO  e  CUJO  Un vero autore "animalista"! Trattasi di un tipico prodotto bipolare: tutta la prima parte è interessante, prendendo le mosse dai tipici monster-movie che hanno ne  LO SQUALO  di Spielberg il capostipite e aggiungendo le tipiche scena alla  ALIEN  usando le location "naturali" dei condotti fognari. L'assunto prende le mosse da una delle più celebrate leggende metropolitane: un piccolo alligatore gettato nello scarico del cesso e cresciuto a dismisura (20 metri, addirittura!). Poco oltre la metà del metraggio, Teague commette l'errore madornale di portare la creatura in superficie e di qui si sfiora a più riprese la parodia involontaria: sin dalla prima apparizione alla luce del sole, il "mostro" appare per quello che è: un pupazzone (la scena in cui "buca" l'asfalto è risibile) e l'assalto alla festa del mad doctor autore dell'ormone della crescita (che troverà il meritato contrappasso per aver vivisezionato cuccioli) è da annali del trash: pare di trovarsi dalle parti dei Monty Python (altri rettili). Si ride di gusto, ma non credo che questa forsse l'intenzione degli autori i quali reinboccheranno la via fognaria nel finale. Riconosciamo il futuro "eroe" tarantiniano Robert Forster (già autoironico parlando di "calvizie incipiente") e il roccioso Henry Silva nel ruolo del "grande cacciatore" che il mostro si papperà in un sol boccone (!) Gore a profusione per una simpatica trashata che soffre di un disagio narrativo. Vince su ogni fronte il mastodonte di Greg McLean:  ROGUE  [FB]

 

[ID] di L. TEAGUE, CON R. FORStER, R. RIKER, H. SYLVA, HORROR/AZIONE, USA, 1980, 87', 1.85:1