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"l'opera più riuscita di Jeunet è una lanterna magica, un caleidoscopio, di tutto e di più" |
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Amelie è quel che si potrebbe definire un cartone animato, e così la sua vita, fatta di cose che le piacciono ed altre meno, di un caravanserraglio di persone bislacche, ma soprattutto alla ricerca del vero amore... L'opera più riuscita di Jean-Pierre Jeunet è una lanterna magica, un caleidoscopio, è di tutto di più. Anche chi non ama il genere sentimentale non potrà non restare ammaliato dal girotondo coloratissimo di personaggi che in quello che parrebbe a più riprese un cartoon con attori in carne ed ossa. Qualcuno a suo tempo ebbe a dire de "Il Favoloso Mondo di Amelie" come un contenitore di idee (una su tutte: il tormentone dei nani da giardino) che altrimenti avrebbero fruttare almeno una decina di titoli, tutti qui condensati in poco meno di due ore di durata. Forse è il ritmo forsennato impresso alla sceneggiatura l'unico neo di una pellicola altrimenti assai godibile, dove comunque il grottesco non si fa mai troppo invadente né fastidioso. Audrey Tautou, altrimenti ragazza non priva di charme, è qui volutamente tendente ad Olivia di Braccio di Ferro, e a vederla prendere di mira il personaggio dal volto del regista Mathieu Kassovitz ci pare davvero possa solo perdere tempo. Al di la della vicenda amorosa, come si diceva, gravitano intorno al nucleo del film una serie di personaggi incredibili che meriterebbero quasi uno spin-off a testa. Jeunet poi si sbizzarrisce in quello che gli è più caro: il surrealismo e gli omaggi cinefili ai Lumieres, mettendo in scena tutto ciò che il cinema in un secolo ha saputo, sperimentando, inventarsi. Vedremo così oggetti inanimati animarsi, o commentare laconicamente il destino alterno della padrona di casa. Un ispirato Yann Tiersen azzecca la colonna sonora della vita. Per quanto la Tautou proverà a scrollarsi di dosso il personaggio, ne resterà d'ora in avanti prigioniera. Uno dei pochi film che chiunque potrà sciropparsi con la pupa al cinema, senza pentirsene. [FB] |
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[ID] di J. P. JEUNET, CON A. TAUTOU E M. KASSOVITZ, SENTIMENTALE/GROT, FRANCIA, 2001, 120', 2.35:1 |