F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 1 0        2 0 1 1        2 0 1 2        2 0 1 3        2 0 1 4       2 0 1 5        2 0 1 6        2 0 1 7        2 0 1 8        2 0 1 9        >

 

●●●                TV

I SAW THE DEVIL
A SERBIAN FILM
BLACK SWAN
LA CASA MUDA
CHERRY TREE LANE
CON GLI OCCHI DELL'ASSASSINO
AMER
SHUTTER ISLAND
BURIED
THE TROLL HUNTER
VANISHING ON 7TH STREET
LA MEUTE
THE WARD
L'ULTIMO ESORCISMO
DEVIL

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"costruito interamente sull'estetica del cinema italiano di genere"

 

 

La marachella della nipotina che strappa il vecchio orologio a cipolla dalle mani giunte del nonno morto deposto nella camera ardente allestita in casa le farà passare brutti quarti d'ora. La piccola, a distanza di anni, sbocciata in adolescente acerba ma già vibrante di pulsioni, si accompagna con la madre ancora ossessionata dal buio e da ciò che può nascondere. Infine, dopo anni, un taxista con la passione per Celentano (la sua radio riproduce "Furore") la riporterà in villa, dove affioreranno ricordi e traumi mai sopiti... Una figura femminile vittima delle sue pulsioni, fotografata in tre fasi della sua vita. "Verranno le ombre (non solo quelle) e ti ghermiranno!" potrebbe ammonire la governante se potesse parlare invece che emettere solo soffocati rantoli. Il tandem registico franco-belga dei fidanzatini Hélene Cattet e Bruno Forzani, abitante della solare terra mentonasca dove il film è ambientato (Mentone, La Mortola ed entroterra ligure limitrofo) è più di un omaggio al grande cinema italiano di genere. Sfuggendo ad un week-end con il morto molto baviano, fortunatamente perduto l'ultimo treno della notte, la protagonista ripiegherà su un taxi per far ritorno alla villa del/la bambino/a urlante dove tuttavia potrebbe ancora aggirarsi il maniaco sessuale/carnale di Umberto Lenzi. "Amer" (letteralmente "amaro") è un lungometraggio costruito interamente su quell'estetica lì. Sequestrati piacevolmente (quando nel montaggio non si eccede) in un tour-de-force sospeso tra sperimentale (Lynch) surrealismo (Bunuel) e muto (poche parole smozzicate)  riconducibile a un viaggio psicanalitico alle origini del trauma primario [EVIDENZIA LO SPOILER] (abusi sessuali familiari->trasfigurazione dell'orrore->furore vendicativo omicida) ne beneficerà il nostro nostalgico sguardo per quel periodo irripetibile, morto e sepolto, che i cugini francesi hanno saputo far rivivere per 90'. La Soundtrack saccheggia Morricone e Cipriani. [FB]

 

[ID] di H. CATTET & B. FORZANI, CON M. BOS, C. FORET, C. E. GUIBAUD, HORROR, FRANCIA, 2010, 87', 2.35:1