F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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GLI ARISTOGATTI
VENGA A PRENDERE UN CAFFé
M.A.S.H.
BRANCALEONE ALLE CROCIATE
L'UCCELLO DALLE PIUME...
INDAGINE SU UN CITTADINO...

I DIAVOLI
IL CONFORMISTA
PICCOLO GRANDE UOMO
UN UOMO CHIAMATO CAVALLO
SOLDATO BLU
IL GIARDINO DEI FINZI...

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"la paraculata (girata bene) di Enrico Maria Salerno che sbancò il botteghino"

 

 

Di fatto da sette anni separata, d'un musicista, grande direttore d'orchestra mancato, lo raggiunge a Venezia dopo che questi l'ha contattata. Lei pensa che sia per la custodia del loro figlio, ma invece l'occasione per un tuffo nei ricordi ma anche per un rimpallo di responsabilità per come è finita, che si sarà un lungo addio... Nonostante si tratti di film "derivativo" in senso assoluto: sorta di "Love Story" ambientato a Venezia, "Anonimo Veneziano" è diventato un cult e ha generato a sua volta un sacco di cose, non strettamente contingenti al genere cinematografico, ma in senso artistico tout-court. Pensiamo al celeberrimo tema inventato da Stelvio Cipriani (ho letto in una sua intervista, "praticamente buttato giù lì per lì") che avrebbe suggerito ad un Reverberi la creazione del suo "Rondo'" -guarda un po'- "Veneziano". Si parla poi dell'Adagio di Benedetto Marcello come di un "pezzo raro, recuperato da poco" e forse è vero, ma poi il brano in questione sarebbe assurto ad uno dei "classici" per antonomasia. E poi ci sono gli arrangiamenti di Giorgio Gaslini (da Beethoven, ma anche la versione pianistica di Marcello) che sarebbe poi stato reclutato da Argento. Tony Musante, lupus in fabula nell'anno del clamoroso debutto del regista appena citato, affetto da tumore al cervello in stato avanzato, è molto bravo... la Bolkan (che qui somiglia pure a Ali MacGraw) è buona partner, e il resto lo fanno chiaramente le ambientazioni (anche il Teatro La Fenice) e gli sfondi della "città più bella del mondo". Enrico Maria Salerno non si cimenta come attore, ma dirige questo "lacrima movie" (genere sul nascere, poi diventato un must nell'Italia seventies) più che discreto nella prima parte, pallosetto nella seconda. "Questi colori glieli da il marciume che la divora da secoli, muore, tornerà ad essere il fango che era", "è questo che la rende bella, ma lo può capire solo chi ha dentro il senso della morte". [FB]

 

di E. M. SALERNO, CON  T. MUSANTE, F. BOLKAN, DRAMMATICO, ITALIA, 1970, 78', 1.37:1