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HEREDITARY T R A I L E R |
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"un film che odora di muffa (e di humus) in senso positivo" |
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L'unico modo per un uomo di ritrovare la sorella dietro cui il rilascio è richiesto un "riscatto", è di infiltrarsi all'interno della setta dove questa si è rifugiata da alcun mesi. Raggiunge l'isola e incontra... l'ignoto... "Dov'è la terra che non ha bisogno di guerre, armi, tasse? Quella terra è qui!". Questo afferma dal pulpito una delle voci ("il prefetto Michael") di questa società utopica creata intorno ad una non meglio precisata "divinità". Vige lì "l'ora del coprifuoco" (dopo il rintocco della campana della notte) in quella che appare una comunità religiosa "chiusa", che ricorda dapprima un po' THE VILLAGE di Shyamallan Quando a metà del metraggio ci viene mostrata chi sia la "Lei" evocata dai dialoghi precedenti ("Ci ha protetto Lei!", e ancora "Lei ci doveva un altro raccolto buono!") gran parte del senso mysterico decade, il resto è retaggio dell'esaltazione e del fanatismo degli adepti che mettono a morte chiunque trasgredisca alle regole (sequenza della trapanazione artigianale di un cranio post-fulciana piuttosto realistica). "Lei non è Dio, Lei è una macchina: la nutri e Lei produce!". Dal pulpito di chi si è autoproclamato nuovo capo della comunità, spodestando quello che lo stesso definisce "il falso profeta", si erge come fautore di un rinnovamento al quale ciò che è legato alla divinità pagana non si rassegna a cedere lo scettro del comando. Finale apocalittico e grondante sangue e chiusa, forse, un po' scontata per chi avvezzo al genere ma comunque sempre di un certo impatto. Da 'Neflix', forse quello di meglio sia stato prodotto fin'ora (film dei Coen esclusi) e che si può legare ad altri titoli quali "Il Rito", ma che vanta una sua anima autonoma e anche -diciamolo!- originale, in bilico com'è tra l'horror e il fantasy più cupo (genere quest'ultimo, certificato anche dalla durata-fiumee). Un film che odora di muffa o di humus, ma in senso positivo. [FB] |
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[ID] DI G. EVANS, con D. STEVENS, M. SHEEN, M. L. JONES, , HORROR, USA/UK, 2018, 130', 1.85:1 |