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T R A I L E R

   
 

"film strano, che mette a disagio per vari motivi"

 

 

Madre vedova amorevole ma frustrata, schiacciata dal senso di colpa, vive sola col figlio problematico. Ma i problemi veri iniziano con un macabro libro-fiaba che parla dell'uomo nero e contiene una sorta di profezia... Film strano "Babadook". La prima parte è -doveroso ammetterlo- un capolavoro, senza se e senza ma. La seconda innesta una marcia che lo porta ad essere una somma aritmetica tra  L'ESORCISTA  e  SHINING  che nelle mani di uno shooter qualunque avrebbe prodotto una scorreggia di film, ma che -fortunatamente- l'australiana Jennifer Kent riesce ancora a reggere assieme. La prima parte tiene viva l'attenzione fornendo una base per ciò che l'ignoto potrà riservare (magistrale la sequenza burtoniana del book animato) e la seconda straripa di citazioni (tra Lumieres e il "Nosferatu" di Murnau anche nei dettagli di un'ambientazione espressionista, trova spazio anche Mario Bava e de Palma) creando poco di quel terrore di cui si leggeva al passaggio nei cinema, quanto più una sensazione di forte disagio. Ed è qui che la Kent vince la sua sfida, approntando un'opera prima che cammina sul filo sottile di una lama, rischiando più volte di cadere giù. Quello che spiace è che ancora ci si debba ancorare a capisaldi del passato, forse più per dare una "corazza" alla propria opera che per omaggiare quel che è (il) passato. Se quel finale, smaccatamente allegorico [EVIDENZIA LO SPOILER] vuole la protagonista riuscire ad "ammansire" la sua follia, dopo che "l'ha lasciata -ahimé- entrare" e che chiaramente "non può più andare via", come una belva feroce da tenere chiusa in cantina, consegna allo spettatore la sensazione di non aver perduto il suo tempo (complice la prova magistrale di Essie Davis) pur restando una punta di insoddisfazione per quel divario tra prima e seconda parte che ne ha fatto un mancato appuntamento con quella perfezione che era nei modelli della Kent. [FB]

 

[ID] di J. KENT, con E. DAVIS, N. WHISEMAN, HORROR, AUSTRALIA, 2014, 100', 2.35:1