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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"interessante film norvegese, decisamente anti-hollywoodiano, con ottimi interpreti"

 

 

Dopo che una sentenza l'ha sottratto alla patria potestà al violento padre, un bimbo vive con la mamma in un casone popolare. Lei, iperprotettiva, si dota di un babycall per poter anche solo ascoltare il figlio dormire la notte. Ma una di queste, l'apparecchio intercetta forse un altro bimbo molestato nello stesso condominio... Interessante film proveniente dalla Norvegia e da quel Pal Sletaune, autore di quel "Naboer" presentato a Venezia e mai distribuito, e che ha confermato la valenza di Noomi Rapace, reduce dalla trilogia larsooniana, poi arruolata da Cameron per la nuova trasferta cosmica. Se qui siamo sulla Terra, allo stesso tempo ci sposteremo in dimensioni pseudo-lynchiane e alla deriva nella mente. La vicenda esordisce infatti come un dramma molto terreno per imboccare (al pari del sentiero in bosco che condurrà -alternativamente- ad un laghetto) strade assai più tortuose (o "perdute"). Come per Lynch si dibatterà al fine cercando di riordinare le tessere che compongono il mosaico [EVIDENZIA LO SPOILER] distinguendo cos'è reale (il ratto del bimbo maltrattato, il nascondiglio dove sarà sepolto "per il suo bene" dalla protagonista ormai fuori controllo) e irreale (le visioni al lago-non-lago che mischiano passato-reale e presente-allucinatorio, la protagonista che vede sé stessa occultare il corpo, e poi -inconsapevolmente- traccia la mappa della tomba) l'assistente sociale che si fa laido, il fantasma del figlio che avevo anche creduto "un Danny" dialogante col "suo Tony"). Per il suo non dire non mi meraviglio che "Babycall" possa esser stato frainteso o semplicemente non capito. Emotivamente però arriva, anche grazie alla Rapace che agguantò il Marco Aurelio d'Oro a Roma, all'ottimo Kristoffer Joner, commesso del supermercato (l'Expert!) che sta vivendo l'epifania di una madre morente, e all''indifferenza mascherata da casermoni (e scuole) popolari: lungi dall'esser considerati luoghi sicuri. [FB]

 

[ID] di P. SLETAUNE, con N. RAPACE, K. JONER, HORROR, NORVEGIA, 2012, 90', 2.35:1