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T R A I L E R

   
 

"il cinema 'altro' di Frank Henenlotter  parla qui di dipendenza sessuale"

 

 

Ragazzona bionda ninfomane (ma di mestiere farebbe la fotografa) rimorchia amichetti per una sola notte e come una mantide li uccide, partorendo di lì a poco orrendi aborti-vivi abbandonati poi sul posto. Da qualche parte esiste invece un ragazzotto impacciato iperdotato di un membro mosso di vita propria e assai riottoso. L'occasione per il fatale incontro è offerta dall'abitazione di quest'ultimo affittata per un servizio fotografico... Dopo qualche lustro torna il cinema "altro" di Frank Henenlotter per una follia cinematografica delle sue. Ancora si parla di dipendenza. Dopo quella dei fratelli siamesi in "Basket Case" e quella lisergica di "Brain Damage" facciamo conoscenza di due personalità sesso-dipendenti: per entrambi "unica ragion d'essere". Allo stesso tempo si tratta di solitudine. I due si esprimono per monologhi: lei parla con i morti, la nemesi maschile davanti ai porno in tv). Lei è in stato di eccitazione perenne, lui deve soffocare l'appetito sessuale dell'amico del piano di sotto con valanghe di tranquillanti. Henenlotter ha così tutto il campo per sbizzarrirsi: si parte da un'inquadratura dall'interno della vagina di Jennifer (entro la quale albergano ben 7 clitoridi!) e si prosegue con la folgorante trovata dell'orgasmo irreversibile che colpisce le vittime del John-freak-Holmes, poi lasciate catatoniche e mugolanti in strada. Il brusco risveglio del giovane intento a cercare il fedele amico (che ha deciso di fare da solo) tra le lenzuola (!) anticipa la delirante sequenza dei "colpi" messi a segno dal "coso" (animato a passo-uno!!!) che sfonda parquet di/e altrettante pulzelle su commento gangsta rap. Grottesco, ma dal sottotesto fortemente freudiano e dalle metafore anche troppo evidenti, "Bad Biology" non è comprensibilmente ciò che si può definire "un film per tutti", ma pur con i suoi limiti è un lavoro onesto e originale, talmente bizzarro da divertire sul serio. Con un finale che suona come un'ulteriore sberleffo. [FB]

 

[ID] di F. HENENLOTTER, CON C. DANIELSON E A. SNEED, GROTTESCO, USA, 2008, 85', 1.85:1