|
|
INLAND EMPIRE |
|||||||
Agnes, quarantenne fortemente provata da un passato a dir poco problematico, vive sola in un motel accanto ad una superstrada nell'afoso deserto californiano. Una notte -complice un'amica- fa la conoscenza dello strano Peter, la cui timidezza nasconde una patologia ben più pericolosa. Sospetti e paranoia contageranno progressivamente la donna in un'allucinante spirale parossistica che non lascerà scampo... Film estremo, ipnotico, a tratti sgradevole: tre aggettivi che non posso non sposare per farmelo amare visceralmente. William Friedkin torna grande e, per quanto questo kammerspiele difficilmente inquadrabile in qualsivoglia genere possa sembrare un mutante ibridato tra Carpenter con Cronenberg, il rigore formale è sempre quello dei tempi de "L'Esorcista". Impressiona in primis la prova attoriale di una generosissima Ashley Judd, spinta nella direzione di una performence che pare frutto d'una pressione psicologica condivisa da una Duvall o un'Adjani, che il cineasta abbandona a primi piani di un volto che è un libro aperto sulle nevrosi del personaggio. Per una buona metà "Bug" si mostra agli occhi dello spettatore come un dramma volto alla speranza e pure in questa luce si distingue comunque per un certo carattere: la vicenda di Agnes, prima suggerita e poi raccontata a spezzetti è convincente e cattura l'attenzione. Ma è dopo uno scarto temporale che non viene manco quantificato che il film compie una pericolosissima inversione a "U" conducendoci per i capelli nei territori della follia psicotica, con dialoghi sempre sulla soglia dell'umorismo involontario ma che restano tuttavia in piedi grazie ad una rigorosa messinscena teatrale che -complice un montaggio encomiabile- convola verso una capitolazione allucinante e liberatoria che reca nella sua enigmaticità tutta la cifra stilistica dell'opera. Una vera e propria esperienza da vivere sottopelle. [FB] |
|||||||||
[ID] di W. FRIEDKIN, con A. JUDD, L. COLLINS E H. CONNICK, THRILLER, USA, 2006, 120', 1.85:1, VOTO: 9 |