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COMIC THRILLER DRAMA |
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"Tuco", un messicano fuorilegge, "il Biondo", uno straniero dalla scorza dura ma con una sensibilità di fondo, e "Sentenza", un bounty killer senza scrupoli, muovono i loro passi sullo sfondo della guerra di secessione americana, accomunati da un obiettivo comune: una fossa in un cimitero, dove sono sepolti 200000 dollari... Epico, è un termine che bene si addice al capolavoro di Sergio Leone, dove il genere "spaghetti western" da lui inventato con "Per un pugno di dollari" e "Per qualche dollaro in più", perfeziona -completandola- la cosiddetta "trilogia del dollaro"; dopodiché, il genere, si spegnerà lentamente e sempre per mano sua, con gli elegiaci "C'era una volta il west" e "Giù la testa". Ne "Il buono, il brutto e il cattivo" tutto funziona egregiamente, dalla sceneggiatura perfetta che dopo aver presentato i tre protagonisti evolve e si sviluppa inanellando una serie di sequenze memorabili (a iniziare dall'attraversata nel deserto, per giungere all'inevitabile "triello" ovvero una resa dei conti "a tre", una volta raggiunta la fatidica destinazione, senza tralasciare una inattesa quanto profondissima riflessione sulla follia della guerra). In questo scenario, si confondono -scambiandosi i ruoli- e nessuno appare realmente buono, brutto o cattivo al 100%. Basti ricordare il volto sfigurato del "Biondo" o l'inaspettata "vulnerabilità" rivelata da "Tuco" durante l'incontro con il fratello. Perfino un "bastardo" come "Sentenza" mostra in rare occasioni un sentimento umano di pietà, pur se per secondi fini (la riconoscenza al "mezzo soldato" storpio o il liquore lasciato al soldato in trincea). Magnifici, nei rispettivi ruoli: Eastwood, Rassimov e Lee van Cliff, splendide le location, memorabile la partitura di Ennio Morricone: ora sguaiata e plateale, ora lirica e travolgente negli intensissimi crescendi. Quando il cinema italiano era grande in ogni dove, faceva scuola, reinventando persino i generi. [FB] |
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DI S. LEONE, CON C. EASTWOOD, R. RASSIMOV E L. VAN CLIFF, WESTERN, ITA, 1966, 182', 2.35:1, VOTO: 10 |