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V PER VENDETTA |
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Per convenienza la giovane rampolla di una nobile ma decadente famiglia deve sposare un allampanato giovinetto, figlio di due benestanti bottegai. I due, incontratisi per la prima volta, si innamorano davvero ma, per una tragica fatalità, risorge una sposa cadavere... Il triangolo, no! Questa volta non c'è Renato Zero a doppiare il pupazzetto nato dall'estro dark di Tim Burton. La stop-motion aiutata dalla computer animation dona più fluidità ai movimenti ma la liricità e dinamicità dell'inarrivabile capolavoro "Nightmare Before Christmas" è -ahimé- lontana. Se le musiche del fido Danny Elfman si fissano meno nella memoria (discostandosi da quelle meravigliosamente weilliane del film spartiacque già citato) e certe trovate risultano alla fine della fiera meno efficaci del predecessore, si resta comunque rapiti dal singolare spettacolo a cui si assiste. Ben vengano quindi queste incursioni squisitamente retrò nel presente pervaso da una sempre più invadente animazione 3-D. Primi attori di un carosello oltremodo variegato, i protagonisti hanno le fattezze di un pensoso Johnny Deep e di una ridiviva Helena Bonham Carter (da un po', signora Burton), tormentata da un verme-parlante che dimora nel suo cervello putrefatto. Protagonista, quest'ultima, di una delle scene "ritornanti" più efficaci mai girate (Roger Corman e Mario Bava avrebbero applaudito). Scenografie in plastilina da mozzare il fiato e barocchismi gotici a profusione. Nel concitato finale, il mondo dei vivi: cupo e statico si scontra con quello dei morti: tutto un caleidoscopio di colori e sentimento gaio. Grand-guignol e humor nero con venature di giallo per una conclusione delicatamente poetica. Annotazione a margine: Victor e Victoria, nella "sonata a quattro mani"... suonano VERAMENTE il pianoforte. Applausi incondizionati agli animatori per il "mazzo" che si saranno fatto. [FB] |
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[TIM BURTON'S CORPSE BRIDE] di T. BURTON, ANIMAZIONE, USA, 2005, 75', 1.85:1, VOTO: 7 |