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T R A I L E R

   
 

"l'idea di un luogo reale come 'città fantasma' non era male, ma un finale banale rovina tutto"

 

 

Giunto dal fratello a Kiev con la compagna e un'amica di lei, avrebbe avuto in programma una capatina a Mosca... Peccato venga loro prospettato un tour estremo nel luogo meno frequentato degli ultimi 25 anni... Una cosa buona "Chernobyl Diaries" ce l'ha: non abusa del cliché che vorrebbe che il solito sparuto/spaurito gruppo di ragazzotti seguiti a filmare con la videocamera anche in estremo pericolo di vita, cioè lo fa ma per un paio di minuti appena, ma con cervello. Dove questo filmetto del regista di  PARANORMAL ACTIVITY  vince la sfida è nel coraggio di aver scelto la location meno probabile per girare un film: la città investita al centro del più grande disastro atomico degli ultimi decenni (sempre che a Fukushima ci abbiano detto il vero) investita da radiazioni che costrinsero tutti gli abitanti ad abbandonata in fretta e furia a poche ore dallo scoppio del reattore nucleare. Diciamola tutta: per almeno 2/3 il giocattolo funziona, e il riuscire a non inquadrare mai con precisione il "nemico assalitore" (sia questo appartenente alla razza ittica, canina, o umanoide) crea una quel terrore atavico (le apparizioni hanno per buona parte l'estemporaneità di un flash) che riesce a non farci soffermare sulla demenza del concetto che vorrebbe [EVIDENZIA LO SPOILER] esseri viventi sopravvissuti a radiazioni che a distanza di due lustri e mezzo se ne andrebbero in giro più o meno liberamente rivelandosi ancora arzilli e letali. I riferimenti vanno al lenziano  INCUBO SULLA CITTà CONTAMINATA  proprio in relazione alla particolare [EVIDENZIA LO SPOILER] (diciamolo: improbabile) animosità dei "contaminati". A rovinare tutto arriva un finale talmente banale e sciocco da spazientire anche il più beota dei bimbominkia che normalmente tutto si beve. Peccato, perché l'idea di usare un luogo reale e tristemente famoso come "città fantasma", a riverberarne fantasmi e radiazioni, non era malvagia. [FB]

 

[ID] di O. PELI, con ?, HORROR, USA, 2012, 1.85:1