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* COCENTI DELUSIONI |
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Un bambino (più probabilmente un nano, datosi che è il sosia di Klaus Kinski) si trasferisce con padre e madre a Boston, in un villino vittoriano appartenuto al dottor Freudstein. La cantina è chiusa bene a chiave... Il film-totem "Shining" ha avuto un remake prima dell'inutile film tv voluto da Stephen King. Il Danny che abbiamo qui (ribattezzato "Bob") ha un orrendo caschetto, platinato. C'è il trasferimento con la famigliola (molto "Amytiville"), c'è la stanza "237" che per Fulci è la cantina. Di gemellina ce n'è una: anche questa la vede SOLO il bambino ed è a lei legato da intesa telepatica. Non se ne va in giro per i corridoi col triciclo ma teleguida una macchinina Polistil, che è poi lo stesso. C'è pure la porta sfondata con l'accetta e il bambino che "si salva" passando da una feritoia. La storia non sarebbe neanche malaccio ma la direzione degli attori manca di polso (si riducono spesso a mezze figure, poco caratterizzate) e la regia funziona a intermittenza. Buono sarebbe lo spunto della cantina sbarrata che cela l'orribile segreto del dottor Freudstein, ma risulta al fine una location troppo abusata, quando le scene ambientate all'interno di essa diventano un po' troppe. Il peggior difetto del cinema fulciano a mio avviso è l'insistere troppo sullo stesso pedale, un po' come fanno i bambini che persistono due, tre, quattro volte con lo stesso scherzo. Un bel gioco dura poco ma lui vuole continuare all'infinito. Si compromettono momenti di tensione che tirati al parossismo sortiscono l'effetto opposto sfiorando la "parodia". Idem per il make-up con teste mozzate, stomaci rivoltati, casse toraciche divelte (effettacci di Giannetto de Rossi che fanno fuoriuscire da una modesta ferita: spaghetti misti a riso di semola). Dove Fulci è Maestro è nel mandare a monte le premesse: quel che promette non mantiene. Cammeo della solita Anja Pieroni congelata nell'eterna glaciale espressione. Ancora "Shining"?! [FB] |
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di L. FULCI, CON C. MACCOLL, P. MALCO E D. LASSANDER, HORROR, ITALIA, 1981, 90', 1.85:1, VOTO: 3 |