F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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L'IMPERO COLPISCE ANCORA
STARDUST MEMORIES
UN SACCO BELLO
BIANCO ROSSO E VERDONE
THE BLUES BROTHERS
SHINING

FOG
INFERNO
MANIAC
VENERDì 13
TORO SCATENATO
THE ELEPHANT MAN
VESTITO PER UCCIDERE
STATI DI ALLUCINAZIONE
MACABRO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"quasi un horror, frutto di un genio sopraffatto dalle sue ossessioni, e perciò... soccombente?"

 

 

Un distinto marpione di mezza età viene provocato da una donna misterioso sul treno. Costei, scende in un luogo sospeso tra il tempo e lui la segue. Si ritroverà in quello che dovrebbe essere un paese dei balocchi per lui, ma che invece somiglia ad un infernale boglia di diavolesse votate all'autodeterminazione... Probabilmente nato dalle ceneri del progetto "Mastorna", assai più ambizioso ma ormai irrealzzabile nell'Italia che svendeva ormai il suo patrimonio, Fellini in testa, in nome delle lordure televisive che avanzavano (la corazzata berlusconiana) "La Città delle Donne", con un personaggio che regredisce allo stato puerile ("dì un nome di donna!", "Pippo!") arranca, sbanda e trova rifugio nella visionaretà dell'ultima sezione (la rappresentazione "mortuaria" delle case d'appuntamento avrà ucciso metaforicamente Tinto Brass). All'inizio vediamo la mangiatrice di uomini Berenice Stegers del contemporaneo film di Lamberto Bava che adesca l'allupatissimo "Snàporaz" (nome, non a caso, da cartoon) scambiandosi un appassionato bacio con lui tutt'intero (non solo la testa, ndr). Caotico e confusionario, frutto di un genio del cinema sopraffatto dalle sue ossessioni, e soccombente in parte come il protagonista (nell'incontrollato baillamme iniziale ci ho visto addirittura... mia cugina!) è dapprima solo un fastidioso susseguirsi di filippiche femministe ("la vagina è una conchiglia) ma poi giungono in soccorso bizzarie sul versante grottesco (l'assalto dell'orrenda ninfomane a Mastroianni, un contrappasso del "Titta"). Ma a svegliarci ci penseranno un doppio paio di chiappe da sogno. Se Bacalov sul pentagramma tenta di imitare l'arte inimitabile di Rota, e  8 ½  è soltanto un lontano ricordo, laddove c'era arte pura... ora par più di sentir echeggiare lo sberleffo irriverente di un burlone. Ma come si suol dire anche in pittura, "è pur sempre un" Fellini. A dirla tutta, un  ANTICHRIST  ante litteram. [FB]

 

di F. FELLINI, CON M. MASTROIANNI, B. STEGERS, A. PRUCNAL, E. MANNI, COMMEDIA, ITA, 1980, 133', 1.85:1