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T R A I L E R

   
 

"tende pericolosamente ad una involontaria parodia"

 

 

Finita molto male dopo l'ultima (dis)avventura, Ripley torna a vivere, clonata per i soliti biechi fini. E' diversa, dato che il suo dna è ora frutto del miscuglio con l'alieno che portava in sé e viene coinvolta in una ribellione sull'astronave sulla quale si trova, che provocherà l'evasione di un nugolo di alieni tenuti sin lì in cattività... Ultimo capitolo della quadrilogia di  ALIEN  retaggio dell'estroso regista francese Jean Pierre Jeunet che aveva all'attivo quei film bizzarri che tanto avevano colpito la fantasia dei produttori della Fox, si rivela invero un prodotto piuttosto controverso. Se da un lato "la mano straniera" si fa ovviamente notare e contraddistingue questa quarta e ultima parte della saga di Ripley (a tutt'oggi: non se ne può essere mai sicuri, con i tempi che corrono) differenziando il prodotto dai precedenti (come del resto sempre si era tentato di fare, affidando dopo Scott la regia a Cameron e al giovane Fincher) è onesto affermare che l'estro incontenibile e debordante di Jeunet sbrodola quando si lascia troppo andare, consegnando ad "Alien La Clonazione" un carattere che lo fa tendere pericolosamente ad una involontaria parodia. Siamo d'accordo: l'ingegnosa evasione degli aliens (ammazzano un loro simile per sfruttare a loro vantaggio l'acido corrosivo che costituisce il loro sangue) è un bel momento che trova anche la sua nicchia nel cinema di fantascienza moderno, ma la parte finale con l'alieno-umano che "fa gli occhi dolci" alla madre terrestre-aliena appare agli appassionati di una saga che faceva della cupezza la sua cifra distintiva, decisamente fuori luogo. La Weaver che avevamo visto trasformasi via via sempre più in uomo (?) diventa qui (complice la fusione molecolare) ancor più androgina. Impossibile provare simpatia per una così, ed è per questo che gli sceneggiatori le affiancano una figura femminile (Winona Ryder) anche se molto "particolare"... [FB]

 

[ID] di J. PIERRE JEUNET, CON S. WEAVER E W. RYDER, HORRROR, USA, 1997, 108', 2.35:1