F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 8 0        1 9 8 1        1 9 8 2        1 9 8 3        1 9 8 4      1 9 8 5        1 9 8 6        1 9 8 7        1 9 8 8        1 9 8 9        >

 

●● ½

PREDATOR
ROBOCOP
RADIO DAYS
ARIZONA JUNIOR
SALTO NEL BUIO
ANGEL HEART

IL PATRIGNO
IL SIGNORE DEL MALE
LA CASA 2
HELLRAISER
FULL METAL JACKET
GLI INTOCCABILI
ATTRAZIONE FATALE
COBRA VERDE
IL CIELO SOPRA BERLINO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"tipica figura herzoghiana vittima dell'utopia, in un film faticosamente portato a termine"

 

 

Un avventuriero destinato come guardiano degli schiavi di una piantagione del Sud America, finirà nel Continente Nero ad improvvisarsi condottiero  in una guerra alla testa ad un un esercito di donne-guerriere... L'ultimo lavoro frutto del sodalizio artistico del tedesco (documentarista per vocazione e cineasta per caso) Werner Herzog e l'indomabile Klaus Kinski risente in maniera inevitabile le divergenze artistiche ma anche e soprattutto umane tra regista e attore. Ed è un gran peccato, perché il film poteva diventare davvero qualcosa di memorabile, vista l'epicità e la grandiosità che si riflettono in molte sequenze. L'ambizione herzoghiana si spinge qui a scena di massa che farebbero impallidire molti kolossal hollywoodiani e la storia, (ispirata al romanzo "Il Viceré di Ouidah" di Bruce Chatwin sul nichilista che s'improvvisa novello "Napoleone" alla guida di un popolo primitivo) era di per sé molto interessante. Sembra che il quasi naufragio della produzione e la parzialità del risultato portato a casa sia da imputare alla totale pazzia di Kinski che aveva realmente portato il regista, e suo "nemico più caro" (dallo splendido documentario che Herzog dedicò in tempi più recenti all'attore-feticcio) a pensare di abbandonare il set. Una cosa Kinski la ottenne: la sostituzione (a riprese avviate) dello "storico" direttore della fotografia di Herzog. Kinski, sopra le righe ed evidentemente fuori controllo è qui "Cobra Verde": tipica figura herzoghiana vittima dell'utopia, vittima di un delirio di onnipotenza. "Non hai paura della morte?" gli chiedono, e lui risponderà: "No, non l'ho mai provata". L'ultimo grande film del regista tedesco terminerà su un lungo piano-sequenza del freak autentico che cammina sui palmi delle mani, alternandogli le immagini dei flutti oceanici che avranno la meglio sulla folle mania di grandezza di un personaggio, ma anche e soprattutto di un attore. [FB]

 

[ID] di W. HERZOG, CON K. KINSKI, P. BERLING, K. AMPAW, DRAMMATICO, GERMANIA, 1987, 110', 1.85:1