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T R A I L E R

   
     

 

In una non meglio precisata periferia suburbana del nord-est solcato da venti xenofobi, vive un padre dal passato incerto e da un presente ancor più nebuloso, diviso tra una forte rabbia nemmeno troppo latente e l'amore per il figlio, al quale cerca di trasmettere -a suo modo- un insegnamento. Per amico: un picchiatello che chiamano "4 Formaggi" che -suo malgrado- scatenerà un temporale di eventi dagli esiti infausti. Nell'annata del temporaneo riscatto del cinema italiano (l'antidiluviano gotha della critica nostrana ha nuovamente arrischiato il termine improprio di "rinascita": sarebbe bastato attendere un anno per accorgersi che trattavasi del solito fuoco di paglia e che nulla di nuovo v'era sotto il sole al di là dei soliti tre/quattro noti: Moretti, Garrone, Sorrentino e appunto) abbiamo Gabriele Salvatores che torna ad occuparsi di Niccolò Ammaniti per un nuovo adattamento da un suo romanzo dopo "Io non ho Paura". Tanto era "solare" il primo, tanto è cupo quest'altro, contraddistinto da un'ambientazione ed una fotografia gelide. Al centro: ancora un confronto tra padre e figlio. Dopo un innesco portentoso, lo svolgimento è invero altalenante: alternate a sequenze splendide troviamo parentesi fin troppo insistite (l'esasperata scena nel bosco, il tormentone della pur gradevole "She's the One" che continua a risuonare in loop sull'iPod) o irrisolte (che va a fare il matto in ospedale con la rivoltella?) ma il lavoro restituisce  comunque esplosioni di rabbia come non se ne vedevano da tempo nel cinema americano, figurarsi in quello nostrano in rincorsa suicida dei tempi e schemi televisivi di berluscolandia. Perfetti Filippo Timi e Alvaro Caleca nei panni del padre e del figlio pronti a muovere guerra ad un mondo senza Dio che li ha confinati in una solitudine senza speranza di riscatto. Un po' sulle righe Elio Germano, ma quando s'arrischia il "rain man" tricolore si rasenta sempre la macchietta. [FB]

 

di G. SALVATORES, CON A. CALECA, F. TIMI, E. GERMANO, DRAMMATICO, ITALIA, 2008, 103', 2.35:1, VOTO: 6