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●●● ½
THE LODGE |
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"Elija Wood in un adrenalinico thriller pulp alla 'Killer Joe' dove si ride a crepapelle" |
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Abbandonato dal padre
quando aveva appena 3 anni, un "non-giovane" si presenta al capezzale del
genitore, una specie di palafitta affacciata sull'oceano, rispondendo ad una
lettera di questi. Scoprirà sconcertanti segreti e dovrà cercare di porre
rimedio ad una situazione precipitata irrimediabilmente... Raramente mi è capitato di ridere tanto istericamente davanti a scene con
carni martoriate caricate di una violenza parossistica. E' il caso di "Come
to Daddy", ennesima riprova a dimostrazione di quanto il cinema "di
genere" piaccia all'ex hobbit Elija Wood. Siamo nei territori
dell'imprevedibile, e il ragazzone, che quasi esita a qualificarsi come
"artista" nell'atto di compilare un questionario, al quale capita "tutto in
una notte" (come avrebbe detto Landis) e che si trova a dover a che fare con
le nemesi storiche che vogliono i figli pagare le colpe dei padri. "I suoi
occhi sono come l'uva passa", avrà a dire lo sceriffo negro e burlone (che
si vanta di saper ruttare a comando come i bambini brutti, sporchi e cattivi
che nella vita è capitato a tutti di incontrare) non sbagliando di certo la
"diagnosi". Il Nostro, dopo essere stato sbugiardato (riguardo una presunta
amicizia con "Elton, Reginald, John") faticherà a rivedere l'alba, dopo
essere stato quasi soffocato, pestato a sangue, trafitto parte e parte. Di
film come questo sarebbe un peccato mortale rivelare anche solo un piccolo |
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[ID] DI A. TIMPSON, Con E. WOOD, S. MC ATTIE, M. SMILEY, THRILLER/PULP, AUSTRALIA, 2019, 95', 2.35:1 |