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COMIC THRILLER DRAMA |
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A cavallo del '900, le prime rivendicazioni operaie e i primi scioperi nelle grandi fabbriche Torino industriale... Marcello Mastroianni non ha mai fatto mistero, dichiarando pubblicamente che quello del sindacalista, co-protagonista di quello che si può tranquillamente definire come un "film corale", il ruolo al quale si è sempre sentito più legato. Nell'Italia del boom economico, questo notevole affresco firmato da Mario Monicelli era passato inosservato in patria, ma non all'estero, e in America in particolare, dove fu pure candidato all'Oscar. Entrato nel circuito nei cineclub, è ancora oggi considerato quanto di meglio si sia mai prodotto sull'argomento. Una passaggio importante e ancora attualissimo, quello scatto d'orgoglio del ceto proletario che chiede di migliorare la sua vita in condizioni di lavoro che erano letteralmente spaventose e inumane. Condito di un lirismo e di una poetica genuine, che lo avvicinano al periodo neorealista, "I Compagni" vanta parecchi momenti che lo elevano allo status di capolavoro. Tra gli attori si segnalano, oltre a Mastroianni, un sempre volenteroso Renato Salvatori, i francesi Bernard Blier e Annie Girardot e un gran numero di attori "presi dalla strada" che come insegnava il grande Vittorio De Sica, conferivano veridicità. In una particina: una giovanissima Raffaella Carrà. Fotografato in uno splendido bianco e nero antichizzato, "I Compagni" è stato girato tra Torino e Cuneo, riconoscibile nelle sequenze ambientate sotto i lunghi portici e dagli scorci di Piazza Galimberti, dove uno stralunato Mastroianni accetta timidamente l'invito della Girardot seduta al bar (il bar Airone, tutt'ora esistente). Dai racconti di mia madre, presente durante le riprese, pare siano stati battuti una decina di "ciak" per la sequenza del caffelatte consumato avidamente dallo squattrinato sindacalista. Perfezionismo che non appartiene più al cinema nostrano. [FB] |
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DI M. MONICELLI, CON M. MASTROIANNI, B. BLIER E A. GIRARDOT, DRAMA, ITA, 1963, 128', 1.85:1, VOTO: 10 |