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T R A I L E R

   
     

 

Conan, custode del segreto dell'acciaio, è testimone -giovanissimo- dell'eccidio del suo popolo, della morte del padre (sbranato da una torma di pitbull) e della decapitazione della madre. Ce n'è quanto basta perché il ragazzo, cresciuto e fattosi uomo (un metro e novanta per centodieci libbre) brami vendetta... Conan, di John Milius, incarna forse la prima riuscita trasposizione di fumetti per il grande schermo, così come Arnold Schwarzenegger, lungi dall'idea balzana di ricoprire la carica di Governatore della California, aderisce al proprio ruolo. La pellicola è costellata di frasi memorabili che si cristallizzano indelebilmente nella memoria. Memorabile quando, alla domanda: "qual è il meglio della vita?" il Nostro, risponda imperturbabile: "inseguire i nemici mentre fuggono, schiacciarli ed ascoltare i lamenti delle donne!". Da come quella massa di muscoli oliati pronuncia quelle parole, c'è da scommetterci: ci crede. Grande caratterizzazione di Max Von Sidow nel ruolo del decadente Re che promette, all'eroe che gli riporti a casa la figlia: "ricchezze... da far di lui stesso un Re!". Qualche ingenuità di troppo c'è, ma la sequenza della riabilitazione di Conan dopo la crocifissione (quando lo vediamo con lo spadone di cartapesta su di uno sfondo sconfinato) spazza via ogni difetto. Che dire poi quando la fedele compagna (dalla chioma cotonatissima) appare durante la resa dei conti finale nelle sembianze di Walkiria? A dar man forte, ci sono poi le splendide musiche di Poledouris, che attingeranno pure a piene mani dalla classica (la "Sheherazade", Khachaturian e molta letteratura musicale nordica) ma rappresentano ancor oggi quanto di meglio ascoltato al cinema. Quando entra il coro sugli arabeschi degli archi impazziti, anche a un "gandhi" prenderebbe la smania di roteare vorticosamente l'ascia bipenne. Belli gli scenari e la fotografia, serpentoni di gomma e avvoltoi meccanici del benemerito Rambaldi. [FB]

 

[ID] di J. MILIUS, CON A. SCHWARZENEGGER E M. VON SIDOW, FANTASY, USA, 1982, 129', 2.35:1, VOTO: 8