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●●● ½
THRILLER |
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"un piccolo cult che si nutre di suggestioni più che effettacci" |
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Il corpo di un giornalista americano è rinvenuto in un parco di Praga: i medici ne attestano il decesso ma il cervello dell'uomo è cosciente. Mentre questi è infilato nella cella frigorifera dell'obitorio tentando di ricordare cosa l'abbia ridotto così, i pensieri volano alla fidanzata scomparsa come altre nella sinistra città dell'est... L'idea dell'uomo che rischia una sepoltura prematura è presa paro paro dal celebre episodio di "Alfred Hitchcock Presenta" con Joseph Cotten BREAKDOWN Quel che è certo è che alternare lo stato vegetativo del protagonista e i suoi ricordi mostrati attraverso flashback (inframmezzati da flash subliminali che mescolano passato e delirio) genera inquietudine e partecipazione. [EVIDENZIA LO SPOILER] Se la ragazza domanda al fidanzato il perché l'abbia condotta in quel "museo delle cere" che è il "Club 99", sarà un quadro e la frase "non le lasciano volare" ad aprire gli occhi all'improvvisato detective facendogli intuire quel che hitchcockianamente l'esordiente Aldo Lado avrà già mostrato agli spettatori. Ma il regista-sceneggiatore scompagina certezze che vari indizi hanno instillato nello spettatore, sconfinando altrove. Se arrischio a dire che la soluzione che mi ero prospettato era -modestia a parte- più affascinante [EVIDENZIA LO SPOILER] (avendo pensato che le giovani fossero narcotizzate con un anestetico e ridotte a "bambole di vetro" a mera funzione decorativa della stanza segreta de "Club 99" e che lo stato di coma durasse appunto il lasso di una "corta notte") la scelta di Lado (certo di grana più grossa) non penalizza comunque troppo e prepara un finale veramente agghiacciante. Cast variamente assortito che conta oltre a Jean Sorel (coi baffi meno insopportabile del solito) l'algida bergmaniana Ingrid Thulin, la bella Barbara Bach e il nostro Mario Adorf. Sinistre salmodie del maestro Morricone per un piccolo cult che si nutre di suggestioni più che effettacci. [FB] |
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di A. LADO, CON I. THULIN, J. SOREL, B. BACH, N. VIDA, M. ADORF, HORROR, ITA, 1971, 97', 2.35:1 |