F A B I O B O R E L L I
H O M E
R E C E N S I O N I
C I N E M A
T E M P O L I B E
R O
B I K E
<
1 9 8 0
1 9 8 1
1 9 8 2
1 9 8 3
1 9 8 4
1 9 8 5
1 9 8 6
1
9 8 7
1 9 8 8
1 9 8 9
>
ZELIG
IL RITORNO DELLO JEDI
RE PER UNA NOTTE
MONTY PYTHON IL SENSO...
MAI DIRE MAI
LA CASA
ZEDER
CHRISTINE
TENEBRE
MIRIAM SI SVEGLIA...
SCARFACE
LA ZONA MORTA
CUJO
VIDEODROME
L'ASCENSORE
COMIC THRILLER DRAMA
Una giovane madre è intrappolata con il figlioletto nella sua automobile in panne, sotto l'assedio di un ferocissimo sambernardo idrofobo: passerà ventiquattrore da incubo senza poter sperare in aiuti esterni... Nell'annata più prolifica per il genere horror degli anni ottanta (siamo nell'83) ancora una volta è un romanzo di Stephen King a prestarsi da sfondo per un agghiacciante film d'assedio, vissuto questa volta nell'angusto spazio dell'abitacolo di un'utilitaria bersagliata da un sole cocente. L'auto che era una minaccia nel contemporaneo "Christine", assurge qui a funzione protettiva. Geniale l'idea di scegliere tra tutte le razze canine proprio quella considerata più mansueta (per il carattere indolente) come quella del sambernardo. Che un morso di pipistrello, trasmettendo la rabbia (o forse, trattandosi di King, pure qualcos'altro... chissà) possa trasformare un pacioso cagnone in una belva sanguinaria ed assassina parrebbe inverosimile, ma ogni dubbio viene ampiamente fugato dopo aver assistito in "Cujo" ad una credibilissima trasformazione dell'animale la cui pericolosità accresce progressivamente ed è ampiamente giustificata dalla vulnerabilità delle vittime o potenziali tali: un vecchio alcolizzato, una fragile donna e il bambino. La claustrofobica situazione unita alla totale impotenza dell'oggetto delle attenzioni della belva impazzita coinvolge perciò lo spettatore in maniera totalizzante. La regia è adeguata e così la recitazione della Wallace restituisce adeguatamente l'angoscia di una madre costretta a difendere con tutte le sue forze la propria prole, senza vestire i panni dell'eroina da fumetto ma invero restando ampiamente ancorata alla sua dimensione umana. Un piccolo grande film inspiegabilmente scomparso presto dalle programmazioni televisive, acquistando anno dopo anno un vero status di culto tra gli aficionados. Quanto a me, i cani continuano a farmi paura. [FB]
[ID] di L. TEAGUE, CON D. WALLACE E D. H. KELLY, DRAMMATICO/HORROR, USA, 1983, 91', 1.85:1, VOTO: 8