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CULT

IN NOME DEL POPOLO...
IL DITTATORE... BANANAS
E ORA QUALCOSA DI...
BELLO ONESTO EMIGRATO...
GIù LA TESTA
REAZIONE A CATENA
IL GATTO A NOVE CODE
TERRORE CIECO
DUEL

L'ABOMINEVOLE DR. PHIBES
ARANCIA MECCANICA
MORTE A VENEZIA
CANE DI PAGLIA
NOTTE BRAVA DEL SOLDATO...
E JOHNNY PRESE IL FUCILE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Due orfanelli ribelli si intrufolano nella comitiva dei dieci meritevoli per trascorrere il Natale nella grande magione di una ex soubrette di avanspettacolo, sposata un tempo con un prestigiatore e ancora fortemente segnata dalla scomparsa dell'amata figlioletta. E' così che scopriranno "chi giace nella culla della zia Ruth"... Notevole esempio di fabula horror applicata ad una storia dove nessuno dei personaggi è veramente positivo, da servire preferibilmente come antipasto dell'inarrivabile caposaldo kubrickiano che verrà poi nel futuro decennio. Si parte con una carrellata di bambole, una più inquietante dell'altra, per scoprire subito l'orrore inconfessabile che custodisce la protagonista della storia: una Shelley Winters sempre più in carne che, dismessi i panni della vedova gelosa delle attenzioni di Humbert Humbert, veste ora quelli di una donna disturbata, dipendente dalle sedute spiritiche, che smarrisce ancor più la favella quando in casa sua si materializza in carne ed ossa la bimba che potrebbe prendere il posto dell'amata figliuola. Partendo da un assunto da "libro Cuore", Curtis Harrington inserisce come in un set teatrale tutti gli elementi che portano ai fratelli Grimm ed "Hansel e Gretel". Se già si sa dove si andrà a parare e cosa ci si potrà perciò attendere dalla fin troppo premurosa padrona di casa, la storia prende da subito e l'interpretazione della Winters è di quelle che restano: erano secoli che non rivedevo questo film ma lo sguardo triste-allucinato dell'attrice era ancora vivo. Giovandosi di scenografie sontuose che donano alla stanza segreta i connotati di una terrificante casa di bambole, si mischiano con sapienza i generi, azzeccando le scene-madri ( [EVIDENZIA LO SPOILER] il teschietto che si disgrega tra le mani di Ruth) ma perdendosi in qualche fuggi-fuggi di troppo. Finalone scontato sugli effetti nefasti che il fascino verso le fiabe nere esercita su personalità fragili o deviate. [FB]

 

[WHO SLEW AUNTIE ROO?] di C. HARRINGTON, CON S. WINTERS,  HORROR, USA, 1971, 89', 1.85:1, VOTO: 8