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IL VIZIETTO
IL TRIANGOLO DELLE BERMUDE
ECCE BOMBO
IL PARADISO PUò ATTENDERE
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IL TOCCO DELLA MEDUSA
SOLAMENTE NERO
LA MALEDIZIONE DI DAMIEN
IL CACCIATORE
COMA PROFONDO
RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE
LA SETTIMA DONNA
NON VIOLENTATE JENNIFER

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"un sequel che nulla aggiunge ma che si lascia comunque vedere"

 

 

Scampato alla morte, Damien è stato affidato allo zio paterno, avviato alla carriera militare con il cugino. Oscuri presagi tornano a manifestarsi attorno a lui, che ingenuamente ancora ignora origini e destino... Come spesso accade quando si vuole per forza dare un seguito ad un grande film i risultati deludono. Non fa eccezione "La Maledizione di Damien" sequel diretto de  IL PRESAGIO  di Richard Donner. Qui, alla regia abbiamo il ben più modesto Don Taylor ma almeno si recupera la nota vicenda senza distorcerla troppo e si conservano taluni arredi pregiati, in primis la musica di Jerry Goldsmith. Formalmente è invece tutto un ripetersi di cliché già rodati nel capostipite: il servitore sotto mentite spoglie (qui appannaggio di Lance Henriksen) l'animale-messo (qui il corvo mentre prima era un quadrupede) il genitore (qui adottivo) prima scettico e poi convinto e determinato a compiere ciò che gli appare a quel punto inevitabile. Torna anche la sequenza di dipartite piuttosto originali e particolarmente truci: un corpo segato in due, la giornalista beccata a morte dal nero messo (chiaro retaggio poeniano) e la fantasiosa (per l'epoca di uscita del film) sequenza sul lago ghiacciato che offrirà spunto per essere plagiata più o meno volontariamente un numero imprecisato di volte, oltre all'immancabile decapitazione (quasi un marchio di fabbrica della trilogia). Al posto di Gregory Peck troviamo l'ottimo ripiego di William Holden, ma non altrettanto possiamo dire di Lee Grant andata a sostituire un'altra Lee (Remick) di ben altro carisma e presenza scenica. Niente più monasteri italici con tombe da scoperchiare ma il "Muro di Igael" a Megidda, a fornire la chiave di tutto. Conclusione praticamente ricalcata con la carta carbone per un sequel che nulla aggiunge all'originale ma che si lascia comunque vedere. Jonathan Scott-Taylor è sufficientemente inquietante per il suo ruolo. [FB]

 

[DAMIEN] di D. TAYLOR, CON W. HOLDEN, L. GRANT, J. SCOTT-TAYLOR, HORROR, USA, 1978, 107', 2.35:1