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IMPRINT |
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A seguito di una non meglio precisata apocalisse atomica, la popolazione -pur decimata- cerca di mantenere le stesse abitudini di un tempo. Ad una tavola calda si presenta un gruppo di giovinastri dedita a reclutare "volontari" per uno spettacolo di pessimo gusto chiamato "la danza dei morti" da dare in pasto a un pubblico che ha perso qualsivoglia traccia di moralità e compassione verso il genere umano al quale appartiene... Che Tobe Hooper abbia perso da tempo la bussola è incontestabile, anzi a voler essere impietosi ma realisti: dal folgorante esordio di NON APRITE QUELLA PORTA non è che abbia più brillato nel firmamento horror. Già il successivo lavoro, appena di un anno seguente: QUEL MOTEL VICINO ALLA PALUDE già si poteva definire, senza troppi giri di parole "una porcheria immonda". "Poltergeist", lo sanno tutti, l'ha girato Spielberg. "Il Custode", stesso anno di questo episodio dei MASTERS OF HORROR era una cosa indefinibile che lascia assolutamente interdetti. Per capire il fenomeno involutivo che ha colpito Hooper si potrebbe pensare al nostro Argento, ma sarebbe ingeneroso verso l'autore che aveva comunque fornito le coordinate del thriller moderno inanellando almeno cinque titoli di primissimo ordine (in mezzo ad almeno un paio di capolavori) prima di precipitare a picco verso l'abisso. Hooper è un "master" in virtù di un solo vero titolo, per quanto spartiacque e a suo modo fondamentale. "Dance of the Dead" non fa eccezione e conferma il trend negativo (mi perdoni Nanni Moretti, per il termine) riducendosi ad un ragazzetto maudit ed una camerierina, novelli Romeo e Giulietta in fuga da una matriarca e un ambiente opprimente. Tutto il contorno è di un'inconsistenza imbarazzante, oltre a rivelarsi a conti fatti: dannatamente tedioso. Robert Englund, come capocomico del teatro di marionette umane se-movibili sotto sollecitazione elettro-voltaica. [FB] |
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[DANCE OF THE DEAD] di T. HOOPER, con J. LOWNDESS, HORROR, USA, 2005, 60', 1.85:1, VOTO: 4 |