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T R A I L E R

   
 

"episodio che si contraddistingue per la messinscena migliore"

 

 

Rimasta vedova, una bella ereditiera che vive in una grande villa affacciata sull'oceano riceve lettere anonime e soprattutto una visita notturna inattesa: qualcuno vuole perseguitarla per farla impazzire..? Ennesimo episodio della serie australiana che irrompeva sui teleschermi italiani all'ora de "Il Pranzo è Servito". Ciò che distingue "Dear Cora I'm Going to Kill You" da altri episodi della serie  IL TOCCO DEL DIAVOLO  è la cura con il quale è stato realizzato: dalla fotografia, premiata da esterni finalmente bene illuminati, agli arredi che denotano un'attenzione particolare di chi siede in camera di regia. Siamo dalle parti di  MERLETTO DI MEZZANOTTE  o del primo frammento de  I TRE VOLTI DELLA PAURA  (quello per intenderci, dove la bella "Angelica" riceve telefonate anonime dal maniaco che minaccia di ucciderla). Inoltre c'è un assedio domestico per mano di un misterioso assalitore armato di accetta che precorre -se proprio vogliamo osare- quella brandita da un diabolico Nicholson nel must dei must. [EVIDENZIA LO SPOILER] Si tratterà di una messinscena hitchcockiana al fine di incastrare la vedova allegra. Al di la dello spunto alto, è appunto la messinscena che questa volta convince. Erano gli anni '70 e su un accattivante motivetto swingante un sorridente Anthony Quayle avvolto da fumi sulfurei (solforosi?) introduceva sulle reti private locali, intorno al mezzogiorno italiano (incredibile!) le storie autoconclusive della serie prodotta in Australia e andata in onda sulle reti private (in Piemonte su GRP prima e poi su Rete7). La serie, oltre a rappresentare il caso (unico) di serie dell'orrore prodotta in Australia, può rivaleggiare con quella Hammer del decennio seguente solo in virtù di un pugno di titoli che ne riscattano l'andamento altalenante. Ripeto: questo è un episodio che si contraddistingue per la messinscena migliore rispetto agli altri. [FB]

 

[DEAR CORA I'M GOING...] DI M. VARNEç, CON J. DALY, THRILLER, AUSTRALIA, 1973, 26 EP DA 24', 1.33:1