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IMPRINT |
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Una serie di strani omicidi portano un detective che si occupa di "crimini animali", sulle tracce, in terre un tempo indiane, di un "qualcosa" che riduce le vittime ad ammassi di carne martoriata. Unico indizio: il fatto che i malcapitati siano stati visti, l'ultima volta, in compagnia di una bellissima squaw... Episodio inserito nella prima serie dei "Masters of Horror", questo di John Landis (primo filmaker che è stato capace di coniugare la commedia all'horror in maniera davvero convincente) si ricollega in qualche modo proprio a quel "Lupo Mannaro Americano che fu soppresso a Piccadilly Circus nell'81"... L'umorismo è fine e regala battute sagaci. Così come funzione a meraviglia la coppia male assortita di detective, quello basso col trauma (traspare l'intento goliardico e ironico dell'autore a giocare sugli stereotipi) e quello nero, a fargli da spalla. La partenza a freddo è penalizzata da un ritmo non sempre ottimale (le ipotesi sulle dinamiche degli omicidi, paventate dal protagonista, pur divertenti, sono penalizzate dal montaggio poco serrato) ma quando Landis carbura, la vicenda decolla e riesce ad appassionare, tanto che la conclusione improvvisa (al termine dell'ora canonica a disposizione per ciascun episodio) consegna quel po' di delusione comprensibile. Anche qui, sembra che il regista abbia voluto giocarci, come a dire: "ecco quello che so ancora fare... se qualcuno mi cerca, io ci sono". Per il resto, aderiscono perfettamente: musiche, scenografie e -come ho già detto- gli irresistibili dialoghi. Mi è giunta voce che l'episodio migliore della seconda serie dei "Masters" (2006) è di Landis. E' in forma, pare... La soluzione dell'enigma, in apparenza geniale quanto folle, non è comunque farina originalissima. Chi ha letto "Gli Inumani" della Marvel, sa a cosa mi riferisco. Dimentico qualcosa? Il topless da infarto di Cinthia Moura. [FB] |
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[DEER WOMAN] di J. LANDIS, con B. BENBEN E C. MOURA, HORROR, USA, 2005, 60', 1.85:1, VOTO: 7 |