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BRAZIL COMIC THRILLER DRAMA |
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Un tizio mascherato da terminator, distribuisce biglietti per il cine gratis. Si precipitano "un tot". Moriranno. Faranno anche "dei cimiteri le loro cattedrali e delle città le vostre tombe", ma "Demoni" resta un raro crogiuolo di rozzume. Già l'inizio non è dei migliori: l'atroce motivetto elettronico di Simonetti plagia "Blade Runner" e Grieg (ogni tanto, lui ci mette anche del suo, ruttando nel vocoder). La trama è quanto di più sgangherato si possa immaginare in un susseguirsi di situazioni assurde, oltre il ridicolo: una moto in esposizione all'entrata del cinema (con su un fantoccio mascherato da demonio) la "mascherina" del cinema che si aggira su e giù per la sala con la torcia elettrica come un vigilantes, un pappone nero e due mignottone, un cieco (nel cinema!) Urbano Barberini, e potrei continuare. La recitazione del quartetto protagonista (c'è pure Natasha Hovey) è ai minimi sindacali: quando osservano il mignottone in trasformazione, la performence è da recita scolastica. E il doppiaggio? Criminale. Fate caso poi al negrone doppiato da un ragazzino al quale hanno detto "fai la voce grossa da negro". Scoppia il panico e si da il via al solito rockaccio "spesso" che manda a ramengo qualunque residuo di eventuale tensione. E che dire del montaggio alternato con i giovinastri punk che si tagliano la "ggioga", con la strafatta che biascica: "Anche nelle mutande m'è andata a finire sta puttana di roba!", ripresa dall'amichetto sprezzante: "Tanto a te, tutto lì ti va a finire"? Questo, quando in platea (i sopravvissuti sono trincerati in galleria) i mostri proliferano e vomitano ovunque, intolleranti allo yogurt alla mela verde, prendendosi sberloni "à la Bud Spencer" dagli ultimi volenterosi. In totale assenza di autoironia e di divertissement citazionista, il becero straborda ancora raggiungendo livelli da bar dello sport. E deve ancora cadere dal soffitto l'elicottero di Big Jim, prima della fuga finale in jeep, d'ordinanza. [FB] |
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di L. BAVA, CON N. HOVEY E U. BARBERINI, HORROR, ITALIA, 1985, 92', 1.85:1, VOTO: 4 |