|
|
T R A I L E R |
|||||||
|
|||||||||
Tre favole. Nella prima: una ragazza, per pene d'amore, tenta il suicidio, il suo ex si pente e inizia una lunga marcia con lei, ridotta a zombie. Nella seconda: un anziano capo della Yakuza si ricorda del suo unico grande amore, lasciato in un parco, vi fa ritorno e lei è ancora la. Nella terza: un poveraccio si priva della vista per incontrare a quattr'occhi (si fa per dire) un'ex star del pop sfigurata a seguito di un brutto incidente. Mi torna in mente il Bruno che per bocca di Vittorio Gassman che a proposito de "La Notte" di Antonioni sentenziava: "...l'incomunicabilità... bel regista Antonioni... ci ho dormito!" E allora potrei dire: l'incomunicabilità... bel regista Kitano... Al di la di certe situazioni suggestive e le metafore nel sottotesto e la struttura narrativa "a incastro" dove i protagonisti di ciascun episodio si sfiorano nel corso della narrazione, ciò che non mi ha convinto di questa solenne opera nipponica è lo sviluppo tramico che finisce inesorabilmente per avvitarsi -sterilmente- su di sé stesso. Nella prima storia, che poi costituisce una sorta di leitmotif e che tornerà più o meno regolarmente a ripresentarsi nel corso del film, vediamo due ragazzi che gironzollano, gironzolano, girollano, vagano-vagano-vagano! Camera fissa e questi vi si allontanano, di spalle, fino a scomparire all'orizzonte. Sbadigli a ripetizione, tanto che si fatica a ritrovare la testa, sovente a ciondoloni. Gli interpreti sono carucci ma anche qui si cade nel tranello della recitazione clownerie, costante dei film Made in Japan dove i personaggi di contorno sembrano muoversi al pari delle marionette che vediamo nel prologo, con battute che giungono in ritardo (un grosso autocarro frena di colpo per non investire il pedone, passano decine di secondi di silenzio, e solo dopo giunge il catartico bestemmione) e dalla mimica eccessiva. Pessimismo cosmico che considera le persone alla stregua di marionette in balia di un destino crudele. [FB] |
|||||||||
[ID] di T. KITANO, CON M. KANNO E H. NISHIJIMA, DRAMMATICO, GIAPPONE, 2002, 113', 1.85:1, VOTO: 6 |