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T R A I L E R

   
 

"gioca la carta del deragliamento onirico-lynciano"

 

 

Una cameriera triste conosce un giovane vedovo in un locale per cuori solitari. Ma la storia nascente assume i tratti di un incubo popolato di fantasmi del passato e presente, e sospetti che possono indurre alla follia... La sceneggiatura, da un certo punto in avanti, gioca la carta del deragliamento onirico-lynciano ("Mullholland Drive") per cercare di discostarsi dal piattume della cine(tele)matografia nostrana. Quella che produce "mostri" come l'attuale -scrivo nel 2010- ministro della cultura che farnetica sull'opportunità di selezionare personalmente la giuria del prossimo festival di Venezia affinché si premi il cinema di casa! Sfortunatamente la regia (Giuseppe Capotondi, all'esordio dopo aver girato molti videoclip) è tutto l'opposto che lynciana: piatta, ordinaria, non certo sorretta dalla confezione tanto per cambiare quasi televisiva). Se a visione terminata ci si domanda cosa sarebbe rimasto se lo script non si fosse ritagliato l'escamotage sopra citato, è almeno rimarchevole qualunque tentativo che registri una pulsazione sul corpo di un cinema italiano dormiente da troppo tempo. Ne "La Doppia Ora" colpisce talvolta la naturalezza e la freschezza di certi dialoghi che però stona con la pedanteria del commissario che la cameriera ritrova al bordo della piscina e che t'immagini offrirle da un momento all'altro una torta sul modello dei due compagni dissidenti di "Palombella Rossa"). Oltre alla conferma di Filippo Timi (anche troppo misurato) l'unico autentico conforto viene dall'attrice russa Kseniya Rappoport (già ne "La Sconosciuta" di Tornatore) attorno alla quale il film gravita: un personaggio complesso dalle mille sfaccettature che non esita a rivelare tuta la sua ambiguità. Sfortunatamente per lei, ci sono ben pochi nomi che in Italia possano rendere giustizia della sua bravura; consiglierei di lasciar perdere Veronesi & C. trovando piuttosto audizione presso i Sorrentino e Garrone. [FB]

 

[ID] di G. CAPOTONDI, CON K. RAPPOPORT E F. TIMI, DRAMMATICO, ITALIA, 2009, 95', 2.35:1