F A B I O B O R E L L I
H O M E
R E C E N S I O N I
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MELANCHOLIA
LA PELLE CHE ABITO
TUTTI I NOSTRI DESIDERI
MIRACOLO A LE HAVRE
LA FUGA DI MARTHA
SECUESTRADOS
A DANGEROUS METHOD
THIS MUST BE THE PLACE
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THE GREY
MIDNIGHT IN PARIS
LA CHISPA DE LA VIDA
HABEMUS PAPAM
*LE PALUDI DELLA MORTE
THE RESIDENT
T R A I L E R
"una magnifica Tilda Swinton carica il suo personaggio di un peso enorme di sofferenza"
Una donna è vittima di un atto vandalico. La sua storia è un calvario di sofferenza che rivivrà in flashback... La regista del folgorante A BEAUTIFUL DAY non poteva che vantare di opere grandiose nel suo carnet. Con "E Ora Parliamo di Kevin" analogamente al film con Joaquin Phoenix, Lynne Ramsay appronta un'opera disturbante, con quel realismo e senso estetico fuori del comune che contraddistingue il suo modo di fare cinema. Questa volta, la scena è tutta per una donna, una madre coraggio caricata di un peso di sofferenza enorme, interpretata magnificamente da Tilda Swinton. Nel cast c'è sì anche John C. Reilly nel ruolo del marito, bonario e pacifico, ignaro di ciò che cova dentro al figlio. Plauso alla regista inglese per aver scovato due bambini e un adolescente, cui resta il volto Ezra Miller, tutti ugualmente inquietanti e convincenti: il pargolo di pochi anni che mantiene un silenzio accusatorio (specie verso la madre) a seguire il bambinaccio monello e molesto (che sbeffeggia i genitori) e, nell'ultima fase, il presunto psicopatico [EVIDENZIA LO SPOILER] (futuro autore della strage nella palestra del liceo) capace delle peggiori nefandezze, che l'autrice sceglie di calare appeno il velo del sospetto (un porcellino d'india triturato nello scarico del lavandino, il primo orrendo scherno all'amorevole sorellina). Riesumato il film a tema "bambini assassini", molto in voga tra i '70 e gli '80, ibridato in un contesto tragicamente reale e sempre in testa alle cronache in quel del "Grande Paese", tutto lascerebbe anche sospettare -vista la malvagità del soggetto- ad un nuovo "Damian", ma probabilmente di fronte a "Kevin" anche Satana si arrenderebbe. Sarà dura tornare alla normalità, anche dopo aver ripulito dagli schizzi di vernice (la cui metafora è evidente) se non si avrà raggiunto il traguardo del perdono. Un altro bel totem, questo film, che ci scava fastidiosamente nell'anima. Urticante. [FB]
[WE NEED TO TALK ABOUT KEVIN] di L. RAMSAY, con T. SWINTON, J. C. REILLY, DRAM, UK, 2011, 112', 2.35:1