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T R A I L E R

   
     

 

L'occasione per una rimpatriata tra amici in un cottage sperduto in montagna, si traduce in una mattanza sanguinaria, complice un fucile, un'accetta, un registratore a cassette, il Necronomicon e i demoni sumeri. Titolo imprescindibile e "cult" per gli amanti del genere, "Evil Dead", tradotto da noi con l'idiota "La Casa", rappresenta un vero e proprio titolo spartiacque nell'horror, restituendo anzitutto il genere al soprannaturale (ma già ci aveva pensato il sommo Kubrick nel suo capolavoro liberamente tratto da Stephen King), sottraendolo ai maniaci seriali e alla conduzione familiare dell'omicidio dei vari Hooper e Craven, ma sopra ogni altra cosa, soprattutto per aver dato i natali al neonato genere "splatter". Il giovanissimo Sam Raimi raccoglie così parenti ed amici e non ha voglia di scherzare: in tutto ciò che si vede non v'è traccia di ironia e, coadiuvato da un ispirato manipolo di artigiani, allestisce la rappresentazione di uno spettacolo grandguignolesco come non se n'erano mai visti: con smembramenti a vista, frattaglie pulsanti sparse ovunque e liquido rosso e marmellata di more spruzzati per terra, sulle pareti e addosso ai personaggi. Il tutto, evidenziato da luci violente e da un'atmosfera glaciale che sarà stemperata solo nel sequel: sorta di demenziale remake-parodia. "Ash", non è ancora il protagonista assoluto e vediamo così un terzetto di ragazze che sarà posseduto dai demoni che ne faranno scempio dei corpi, riducendoli praticamente a brandelli. Tra le scene indimenticabili: lo stupro nel bosco perpetrato dagli alberi viventi, i silenzi straripanti di tensione dell'essere nella botola, "la lunga notte dell'orrore" del protagonista rimasto solo a combattere le sue paure, l'esplosione splatter finale a passo-uno, ma soprattutto l'effetto 3D ottenuto dall'esasperazione dell'uso della steady-cam, ad avanzamento rapidissimo e rasoterra. Straripante ed epocale. [FB]

 

[EVIL DEAD] di S. RAIMI, CON B. CAMPBELL E S. YORK, HORROR, USA, 1983, 85', 1.33:1, VOTO: 10