F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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UNA VITA DIFFICILE
IL FEDERALE
LA CARICA DEI 101
IL VIGILE
CRIMEN
FANTASMI A ROMA
SUSPENSE
IL POZZO E IL PENDOLO
LO SPACCONE
COLAZIONE DA TIFFANY
ACCATTONE
I DUE VOLTI DELLA VENDETTA

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

"merito del film è aver creato un mondo credibile, dove fantasmi coabitano con i vivi"

Principe decaduto che parla con i fantasmi, convinto che il suo palazzo vecchio di 200 anni, ormai fatiscente, li ospiti, non vuole vendere nonostante le offerte di chi intende abbatterlo per costruirci un polo commerciale. I quattro fantasmi che abitano la casa passano l'eternità accompagnando l'attuale proprietario dello stabile, riproponendosi tali e quali com'erano in vita: chi con la passione per le donne, chi per il cibo, chi i giochi, chi persa dietro chissà che cosa. Per un evento imprevedibile la loro coabitazione è messa in serio pericolo... Mastroianni, Gassman, Edoardo de Filippo, e l'ingiustamente dimenticato maestro del cinema Antonio Pietrangeli, autore di tanti bei film e di un capolavoro (la Sandrelli gli è ancora grata). "Fantasmi a Roma" è una pellicola di poche pretese, ma che ho sempre amato molto, sin dai primi passaggi televisivi. Merito del film è aver ricreato un mondo credibile, pur popolato di fantasmi che coabitano con i vivi. Ma si tratta di ombre di persone esistite che vivono una "non vita" in maniera ridanciana, scherzosa, anche burlona, seppur logicamente un po' annoiata per via dei secoli che passano. Nino Rota scrive alla maniera di Prokofiev, associando un tema a ciascun personaggio: uno delicato fox per Donna Flora/Sandra Milo, un minuetto che diventa uno shuffle per il casanova merlettato e con un calzino solo di Reginaldo/Mastroianni. Senza dimenticasti del dissacrante Giovan Battista Villari dello Il Caparra/Gassman (ossigenato per l'occasione) del grande e grasso Fra Bartolomeo/Tino Buazzelli, e di "Poldino", fratellino del "Principe" morto da bambino. Tra i vivi: l'ingegnere ("il beccamorto") interpretato dall'ineffabile Claudio Gora che ottiene i permessi grazie "alla straordinaria capienza del garage", e un Mastroianni che per l'occasione si triplica. Il Technicolor dona al film un aspetto gotico baviano, al quale Ennio Flaino e Pietrangeli devono aver sicuro guardato. [FB]

DI A. PIETRANGELI, CON M. MASTROIANNI, V. GASSMAN, E. DE FILIPPO, FANTASTICO, ITA, 1961, 97', 1.85:1