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T R A I L E R

   
 

"orrendo, ma decisamente scult"

 

 

Fattoria dove convivono forzatamente due nuclei famigliari è messa a soqquadro dalla caduta di un corpo celeste organico che, contaminando la falda acquifera, trasforma animali, colture e persone in mutanti... Ovidio de Assonitis produce nell'87 questo filmetto chiaramente ispirato a "Il Colore Venuto dallo Spazio" di Lovecraft. Ma se ne  LA MORTE DALL'OCCHIO DI CRISTALLO  vent'anni prima i risultati erano almeno soddisfacenti (complici le buone atmosfere) ne "La Fattoria Maledetta" è tutto da rifare, a iniziare dagli attori: tutti improvvisati che paion non vedere l'ora di staccare per il pranzo dal miserabile set dove l'unico elemento passabile è dato dall'illuminazione felicemente anni '80 con dominanti blu e fumo di scena a profusione. I momenti all'insegna del ridicolo involontario si sprecano (la bambina sdentata "beccata" dal pollame mutante) per non parlare dei dialoghi. Un esempio: la donna, devastata da dermatiti ha assunto le sembianze di un demone, e il padre adottivo del "ragazzino che ha capito tutto" lo rassicura "tua madre non sta troppo bene, le ho fatto lo stufato". Ecco, con lo stufato tutto le passa. E sempre il ragazzino, andato a cercare aiuto dal medico amico, tranquillizzava la procace amichetta di questi (un puttanone) dicendole "comunque tutto bene". Cioè, la madre è mutata in un essere che vomita materia in preda a crisi omicide, e "comunque tutto beneeh"?! Da ultimo: il finale, quando la casa si sta accartocciando in Carrie-style e il piccolo pensa ancora di cercare la madre-mostro che nel frattempo ha assunto la consistenza di un budino. Se poi i contagiati allo stadio terminale indossano vistosi ed evidenti mascheroni da carnevale (opera -pare- di Fulci) l'effetto comico è assicurato. Da piegarsi in due quando ricompare il patrigno che col tridente nella schiena non rinuncia a prendere a sberle il bimbo. Sberloni à la Bud Spencer. Orrendo, ma decisamente scult! [FB]

 

[THE CURSE] di D. KEITH, CON W. WHEATON, C. AKINS, M. DAMARE, HORROR, USA, 1987, 92', 1.85:1