|
|
●●● ½
MILLION DOLLAR BABY |
|||||||
"un film che accarezza molti generi" |
|||||||||
Un ragazzo ha una strana abitudine: si introduce negli appartamenti mentre i proprietari sono in vacanza (lo deduce dalla posta in buca non ritirata) e cerca di conoscerli attraverso i loro oggetti e le cose di cui si circondano. Poi se ne va, lasciando tutto in ordine, esattamente come l'ha trovato. Sgamato da una seducente donna sposata, lega con lei, che lascia il marito violento, e lo accompagna nel suo girovagare... Se il fatto che i due legano senza proferire verbo riporta alla disperata solitudine di Brando nel celeberrimo film di Bertolucci, il film che ha rivelato all'occidente il talento del coreano Kim-Ki-Duk, ovvero quel "Ferro 3" (dal tipo di mazza da golf che lui si porta sempre appresso) Leone d'Argento a Venezia, è un BEL film. L'empatia che lo spettatore prova con i protagonisti è immediata si sta male dopo l'errore di questi dell'essersi introdotti in casa di un pugile professionista (si sa bene chi ha avrà la peggio). Ci si interroga sul destino o meglio sul Fato e sul dramma delle solitudine. Il regista denuncia i metodi coercitivi della polizia che non lesina a usare la mano pesante, e ad essere corrotta, fornendosi connivente nel concedere vendette private. Nel vedere il personaggio in carcere, "mimare" il gioco del golf, riporta ad Antonioni, regista che il coreano qui deve senz'altro stimare. "Il gioco del silenzio" ha il chiaro significato di "volersi nascondere" da un mondo considerato alieno. Il finale, quasi lynchiano, con il protagonista che "torna" come un fantasma (nel carcere ha appreso la facoltà di diventare quasi invisibile, o forse ha appreso, non si sa come, la facoltà di spostarsi ai margini dei filamenti tra una dimensione e l'altra: il cartello prima dei titoli di coda sembra dare adito a questa interpretazione). Elegante e poetico, ma anche interessante nel suo muoversi tra i generi con disinvoltura, accarezzandoli senza entrarci completamente: sentimentale, dramma, prison-movie. [FB] |
|||||||||
[ID] di K. KI-DUK, con H. JAE E S. YEON LEE, DRAMMATICO/FANTASTICO, SUD COREA, 2004, 88', 1.85:1 |