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REQUIEM
BABEL
PROPRIETA' PRIVATA
LE VITE DEGLI ALTRI
LE TRE SEPOLTURE
IL CAIMANO

THE DEPARTED
SYRIANA
DIARIO DI UNO SCANDALO
LETTERE DA IWO JIMA
LE LUCI DELLA SERA
LA CITTA' PROIBITA
L'ULTIMO RE DI SCOZIA
THE NEW WORLD
FLAGS OF OUR FATHERS

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"inquietante road movie su una fuga, risolto in maniera discutibile"

 

 

Dopo che gli ultimi bambini sono stati falcidiati da una pandemia nel 2008, vent'anni più tardi l'umanità è prossima all'estinzione dato che tutte le donne sono diventate sterili. Mentre ovunque ci sono focolai di rivolta, e i profughi trattati peggio dei deportati ad Aushwitz, un gruppo terroristico ha un asso nella manica: una donna di colore inaspettatamente in stato interessante. Un vecchio compagno di lotta è contattato dalla sua ex, a capo del gruppo, e si parte in viaggio verso un luogo sicuro dove portare la nuova Vergine Maria... La nera che si vuole salvaguardare per dare un futuro alla razza umana che usa come esclamazione ricorrente: "bestiale!". Già questo sarebbe motivo di trovare qualcosa di positivo nel film di Cuaron. Scherzi a parte, "I Figli degli Uomini", con Clive Owen Julian Moore, Michael Caine e Peter Mullan appena riconoscibile, si riconduce ad una specie di inquietante road movie su una fuga, i cui personaggi finiranno... a eliminazione diretta, come un gioco dell'oca. Indubbiamente alcuni momenti si caricano di una tragicità non troppo lontana dal migliore  THE ROAD  di Hillcoat, ma Cuaron, come farà in  GRAVITY  non riesce a tenerle su questo tenore per molto tempo (Caine, che ha visto un disco volante!). La falange terroristica dei "Pesci" riporta ai timori della fine dell'era omonima, prima dell'entrata nell'acquario, ma la temporanea tregua dei militari (Cuaron la dice chiara riguardo l'insensatezza della guerra e della violenza) ha il sapore della presa alle terga (ma quando mai? avrebbero mitragliato il nascituro peggio di una pernice, non capendo un cazzo come al solito). Alla fine di tutto questo bailamme, sui titoli di coda, resta non una domanda, ma ne restano cento e più insolute, che non fanno che consegnare allo spettatore una sensazione poco convinta di fondo. Sorprendente trovare Battiato in colonna sonora, nella sua versione di "Ruby Thuesday". [FB]

 

[ID] di A. CUARON, con C. OWEN, J. MOORE, M. CAINE, DRAMMATICO, MESSICO/UK, 2006, 105', 1.85:1