F A B I O B O R E L L I
H O M E
R E C E N S I O N I
C I N E M A
T E M P O L I B E
R O
B I K E
<
1 9 7 0
1 9 7 1
1 9 7 2
1 9 7 3
1 9 7 4
1 9 7 5
1 9 7 6
1
9 7 7
1 9 7 8
1 9 7 9
>
● LPSB
AMARCORD
LA STANGATA
ROBIN HOOD
VOGLIAMO I COLONNELLI
IL DORMIGLIONE
L'ESORCISTA
LISA E IL DIAVOLO
I CORPI PRESENTANO...
PERCHé QUELLE STRANE...
LA MORTE HA SORRISO...
SUSSURRI E GRIDA
LA GRANDE ABBUFFATA
LE DUE SORELLE
SERPICO
PAPILLON
COMIC THRILLER DRAMA
"annacqua i pochi spunti interessanti in novanta minuti stagnanti di noia"
Una donna con problemi psichici legati ad un passato misterioso si suicida con un fiore dai petali d'acciaio ornamentale, nella camera da letto di un noto chirurgo. Non disposto ad uno scandalo ma più precisamente per tenere uno scomodo passato segreto, l'uomo pensa bene di dissezionarne il corpo e disfarsene. Si presenta una donna che, reclamando la sorellastra, mette la polizia sul chi va la, mentre lui inizia a ricevere strane telefonate anonime nelle quali una voce lo ricatta dicendosi in possesso di foto compromettenti... Pellicola che vorrebbe fare da "ponte" tra il cinema di Umberto Lenzi e quello di Argento, contraddistinta da un ritmo letargico che contando su di un plot esilissimo (il soggetto richiederebbe appena qualche riga in più) annacqua i pochi spunti interessanti in novanta minuti per lo più divisi tra noia e qualche nudo femminile. Gianfranco Piccioli fa quel che può per giungere ad un metraggio decente ma pare non sapere cosa farsene di un parco attori anche discreto con Carol Baker, Gianni Garko, Franco Staccioli. Dopo il brivido prodotto dalla scena del cantiere edile dove il protagonista si disfa del corpo, bisognerà attendere almeno un'ora per una prima vera novità (la rivelazione al manicomio) che smuova le acque d'una storia già parecchio stagnante. Anomalo nel suo presentare la figura classica dell'omicida guantato in passamontagna a dieci minuti dalla fine, "Il Fiore dai Petali d'Acciaio" non trova mai il mordente necessario a ravvivare l'attenzione o creare una qualche suspense e quando potrebbe farlo resta fermo al palo. Umberto Raho, nel ruolo del direttore del manicomio femminile, conferma l'aspirazione proto-argentiana, ma qui l'unico elemento che può rimandare al cinema del darione nazionale è il titolo arzigogolato. Una chiusa didascalica liquiderà una soluzione confusa (il movente?!) in quattro e quattr'otto. Sponsorizza il whisky J&B. [FB]
DI G. PICCIOLI, CON C. BAKER, G. GARKO, P. VELAZQUEZ, P. SENATORE, THRILLER, ITA, 1973, 89', 2.35:1